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La Repubblica

ArchiWine, la fantasia al podere ... Da Renzo Piane a Pistoletto dal Barolo allo Zibibbo. Così si trasformano le migliori cantine d’Italia ... Anche l’occhio vuole la sua parte. Una gita nei giorni della vendemmia fa scoprire nuovi modi di concepire e vivere il vino, a partire da dove tutto comincia, la vigna, fino a dove il mosto sboccia, ovvero la cantina. Tecniche produttive, aggiustamenti economici, strategie di mercato: il mondo del vino deve adeguarsi, si dice, perché il paesaggio enologico è cambiato. Ma il paesaggio è, o dovrebbe essere, prima di tutto un altro, geografico e ambientale, ben più necessario, importante, decisivo. Da questo punto di vista, il paesaggio enologico, quello vero, reale, è cambiato moltissimo, e quasi sempre in meglio. Merito di vignaioli illuminati e architetti curiosi, che insieme hanno ripensato sguardo e sostanza del vino, accorpando nuove tecnologie e rispetto ecologico, sviluppando nel contempo uno sguardo originale e armonico sulla terra madre dell’uva. Appassionati e addetti ai lavori hanno visto l’avvicinamento di artisti internazionali e super architetti con sospetto evidente: troppo sensibile la materia, troppo alto il rischio di confondere i piani del bello e del buono. E invece, il binomio arte-vino ha funzionato così bene che installazioni e costruzioni dedicate si sono diffuse in maniera (quasi) indolore, guadagnando consensi trasversali, dai produttori storici ai vignaioli di nuova generazione. Il primo a rallegrarsene è proprio il vino, perché i bravi produttori sono gente tosta, caparbia, appassionata, che non baratterebbe mai un’installazione modaiola con la certosina selezione delle uve o la qualità dell’affinamento in botte. Le archistar hanno ascoltato, studiato e modificato i loro progetti, mentre gli artisti hanno dimensionato gli spazi e modulato i loro interventi. I risultati sono ottimi e abbondanti, tanto che le richieste si moltiplicano, fra sculture e materiali ecocompatibili, dipinti e sfruttamento della forzadi gravità (al posto delle pompe), tappeti sonori e isolamenti termici naturali. Chiha scelto l’arte, avendo già esaurito le opere di aggiornamento tecnologico, sceglie di fare abitare vigne e cantine dalle testimonianze di Michelangelo Pistoletto e Anish Kapoor, Arnaldo Pomodoro e Igor Mitoraj, Chen Zhen e Ugo Nespolo, esaltando il principio della multisensorialità divino e sculture e condividendole con i visitatori. Altri, invece, hanno rivoluzionato lo sguardo della propria azienda. Così, Renzo Piano ha progettato la cantina di Rocca di Frassinello a Gavorrano (Grosseto), facendo ruotare la produzione intorno alla barricaia, mentre la famiglia Frescobaldi è fiera della cantina maremmana “Ammiraglia”, il cui tetto è coperto da un giardino di piante officinali, e i bolzanini di Manincor vantano un impianto di biomassa a base di trinciati provenienti dal legno di meli e viti, fino alla Distilleria Nardini di Bassano del Grappa, per la quale Massimiliano Fuksas ha disegnato un doppio spazio laboratorio-ricevimento a forma di bolle. Prima di andare a visitare la cantina d’autore prescelta, fate una deviazione a Este (Padova) o Reggio Emilia, che dedicano il prossimo fine settimana al pane Tra gli artigiani di “Comunipane” e quelli di “Pan de Re” troverete sicuramente la merenda giusta da battezzare con un bicchiere di vino buono all’ombra di una bellissima cantina.

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