02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Repubblica

“Basta nuovi vigneti” E in Toscana esplode la guerra del vino ... La Regione impone nuovi limiti: “Pericoli di frane e inquinamento”... Ma i produttori reagiscono: “Troppi divieti, così non ci evolviamo”... “Giù le mani dai nostri vigneti”. È stata come una bomba esplosa in ritardo, perché il Piano paesaggistico è stato adottato in Toscana a luglio. Ma 3mila pagine non si bevono come fossero un calice di Brunello o di Chianti. E solo adesso è scoppiata la battaglia dei vigneti. Da una parte la Regione con un piano costruito per tutelare il paesaggio dei dolci declivi toscani che richiama un turismo globale crescente: un piano che non mette divieti ma fissa “cautele e raccomandazioni”, come le chiama la Regione guidata da Enrico Rossi, appena incoronato per il mandato-bis dal premier Matteo Renzi. Dall’altra produttori, sindaci e i consorzi Docg che temono freni e limitazioni per il re-impianto, cioè la sostituzione dei vecchi vigneti con i nuovi, e anche per la realizzazione di nuovi impianti. E che, al grido di “no al dirigismo”, ha conquistato anche il Pd toscano. “Per noi produzione e paesaggio rappresentano un connubio viscerale, è sbagliato considerare le imprese come un pericolo”, dice il presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci. “Con le sue mappe appezzamento per appezzamento, il Piano paesaggistico classifica alcuni terreni come “dannosi per la qualità” del vino. Ma ci sono produttori che su quei terreni producono etichette che hanno il massimo punteggio su Wine Spectator , la bibbia americana del vino”, salta su pure il presidente della Confederazione degli agricoltori Luca Brunelli, produttore lui stesso a Montalcino: “Forse la Regione vuole insegnarci come fare impresa? Siamo noi i primi a preoccuparci del paesaggio”. La Regione replica che il Piano non prevede veti di sorta. Ma raccomanda di fare attenzione in alcune zone: “A Bolgheri la falda non è protetta e l’uso intensivo dei concimi chimici ha finito per scaricare nitrati nell’acqua “, dice Stefano Carnicelli, lo scienziato del suolo che ha collaborato con la Regione alla stesura del Piano. “Mentre a Montalcino il terreno di natura argillosa comporta rischi di erosione del suolo e servono cautele, dobbiamo tenere conto anche del mosaico delle biodiversità”, si aggiunge da parte della Regione. “Sono solo raccomandazioni”, insiste a dire anche il presidente Rossi. Non chiudendo la porta alle imprese: “Incontriamoci al più presto, sono certo che troveremo un punto di intesa”, annuncia. Ma la polemica non si placa. Anzi. “Non entro nel merito della discussione, conosco la Toscana come una Regione efficiente e concreta, confido che si arriverà a un punto di equilibrio”, si tira fuori il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, ieri alla Festa dell’Unità a Firenze. Il segretario toscano del Pd Dario Parrini invece si mette senza indugi al fianco dei produttori: “C’è uno Sblocca-Toscana da realizzare ogni giorno, quando le imprese manifestano dei timori la risposta più giusta non è salire in cattedra ma scendere nel concreto “. Del resto anche i sindaci sono già in campo a difesa della produzione del loro territorio e delle loro imprese: “Le biodiversità? Chi viene a Montalcino si aspetta di vedere i vigneti, non i campi di grano. E prima di imporre prescrizioni si dovrebbe conoscere la realtà, perché il turismo enologico e paesaggistico porta ricchezza, la disoccupazione qui è prossima allo zero”, rivendica il sindaco Pd di Montalcino Silvio Franceschelli. Annunciando assieme ai produttori proposte di modifiche al testo paesaggistico prima dell’approvazione definitiva in programma per ottobre.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su