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La Repubblica

Quel vino di Saracena che sedusse anche un papa ... è un vino antico che già nel
Cinquecento veniva regolarmente
.inviato alla corte pontificia, dove
primo estimatore e bevitore pare ne
fosse Papa Pio IV. Immancabile, ma
puntuale, la citazione dal Grand Tour di
Norman Douglas, che nel suo “Old
Calabria” del 1915 citava “...il prosperoso
paese di Saracena, famoso fin dal secoli
passati per il suo Moscato che si ottiene
dall’uva portata dai saraceni da Maskar”.
E il vino che si ricava, attraverso un
antichissimo procedimento tramandato
nelle famiglie, da uve guarnaccia,
malvasia, odoacra e moscatello (vitigno
assimilato ad altri moscati che però solo
qui dà esiti soddisfacenti). Dopo la
vendemmia, il mosto delle uve dei primi
tre vitigrni viene messo a bollire, sino a
ridursi di un terzo del volume iniziale,
così concentrando lo zucchero e alzando
la gradazione alcolica.
Le uve di moscatello restano invece
appese a graticci ad appassire per una
ventina di giorni, perché a loro volta si
concentrino zuccheri e aromi. Sono
quindi spremute morbidamente a mano,
e solo allora il mosto cotto e quello passito
vengono assemblati per avviarsi alla : fermentazione e alle successive fasi di
affinamento Passano i mesi e ne esce un
vino di colore giallo ambra brillante, che
nchiama al naso e al palato note intense
di frutta esotica candita e miele. Ideale
per accompagnare dolci di pasta frolla o
frutta secca, ma anche per sposarsi a
formaggi moderatamente piccanti.
Delizioso e unico, il Moscato di Saracena
negli anni ha rischiato di scomparire,
anche perché il particolare e anomalo
processo di produzione, con la
“bollitura”, resta il più serio ostacolo al
riconoscimento della “denominazione di
origine controllata”. Eppure sopravvive,
grazie all’impegno delle sei aziende che
oggi lo producono, riunite
nell’associazione nata dopo che Slow
Food lo ha eletto a Presidio.
I suoi più efficaci ambasciatori sono
innanzitutto il “maestro” Luigi Viola con
suoi figli (www.cantineviola.it), poi i
fratelli Maurizio e Roberto Bisconte di
Feudo dei Sanseverino
(www.feudodeisanseverino.it), e infine i
fratelli Falvo della Masseria Falvo 1727
(www.masseriafalvo.it).
Dove assaggiare i loro vini? Per esempio
a Saracena stessa, all’Osteria Porta del
Vaglio, con la cucina di territorio
moderna del giovane Gennaro Di Pace.

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