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La Repubblica

Sul Colle un’antica
atmosfera ... Le dolci strade toscane - quelle che
si insinuano ai piedi delle colline e
le cavalcano, protette dai boschi e da lunghe file di cipressi, segnate dalle ordinate vigne, abbellite dalla grazia talvolta scomposta dei giovani ulivi - riescono, sempre, a regalarci una sensazione di benessere. Anzi, è più di una sensazione: è uno stato di benessere. Così, poco tempo fa, cullati da una delle tanti dolci strade toscane, siamo arrivati alla Fattoria del Colle, nei pressi di Trequanda (Siena). La Fattoria è un minuscolo borgo, ultimato verso la fine del 1500: la casa padronale, la cappella, le ville su in cima, lo sguardo sulla vai d’Asso. Non abbiamo molto tempo, come al solito. Poche ore di sosta per assorbire gli umori del luogo. La stanza è in una delle costruzioni in pietra che formano il borgo. L’ingresso è indipendente. Entriamo.
L’ambiente che ci accoglie è una sorta dì soggiorno con angolo cottura. I mobili pensili conservano le stoviglie necessarie per garantire l’autonomia dei pasti. Non c’è ostentazione nel disegno e nella forma delle suppellettili. In un altro ambiente, adiacente, c’è il letto. Semplice, come il resto dell’appartamento. Il bagno è piccolo ma c’è tutto ciò che serve. Non c’è il televisore. E la seconda volta che ci capita di soggiornare in un albergo e non trovare nella stanza il televisore (l’altra volta, tanti anni fa, fu al Castello di Gargonza). Nel preciso istante in cui ti rendi conto che non c’è il televisore pensi all’assoluta inutilità di questo elettrodomestico che con troppa frequenza accompagna le vite di tutti i giorni. Finalmente: stasera, dopo cena, il nostro tempo non sarà affidato a un telecomando. Prima o poi, però, questo privilegio finirà. I turisti stranieri, soprattutto quelli americani - ci confida quasi amareggiata la signora Donatella Cinelli Colombini, che di questo luogo è la fiera proprietaria - pretendono la televisione e prima o poi, per non perdere clienti in qualche stanza sarà portato un cavo che consentirà a chi non ha voglia di ascoltare il silenzio o lasciarsi coinvolgere dalla trama di un libro, di guardare la sua cara televisione. Noi intanto ci sediamo su un comodo divano, la porta è aperta e lascia oltrepassare il canto degli uccelli. Sulle sfondo alcuni casali sparsi qua e là, che da qui sembrano minuscoli, adornano le colline circostanti. Su un tavolino due candele e una scatola di fiammiferi avvertono l’ospite che qui, soprattutto d’inverno, la luce elettrica può andare via.
A cena scegliamo di provare il ristorante del borgo: cucina toscana, il vino è quello dalla Cinelli Colombini, l’olio pure. La carne, i salumi e i formaggi presi con cura da produttori dei paesi vicini. Due passi nel borgo prima di andare a dormire. li silenzio è interrotto solo dal rumore delle scarpe che calpestano la ghiaia, il buio è fitto quasi ovunque, la luce della luna accarezza le fronde degli alberi, si posa senza indugi sui tetti e indica la strada a un lepre che, spaurita, ci guarda passare.

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