02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Repubblica

Lo Champagne può brindare, ora è patrimonio dell’umanità ... Dal suo paradiso cli bollicine, il monaco Dom Pérignon forse non si aspettava il nuovo riconoscimento. L’inventore, secondo la leggenda, del metodo di fermentazione dello champagne, si è conquistato persino il titolo di “patrimonio dell’umanità”.
A essere protetta, in verità, non è la bevanda frizzante ma il prezioso contesto in cui si è sviluppato nei secoli. Vigneti, cantine e maisons della Champagne entrano nella lista dell’Unesco come “paesaggio organicamente evoluto”. La decisione è stata presa all’unanimità dal comitato dell’organizzazione riunito sabato a Bonn, in Germania. “Si tratta dei luoghi in cui è stato sviluppato il metodo di elaborazione dei vini effervescenti grazie alla seconda fermentazione in bottiglia - si legge nelle motivazioni diffuse da Unesco - dai suoi inizi, nel diciassettesimo secolo, fino alla precoce industrializzazione del diciannovesimo”.
11 paesaggio ora tutelato comprende in particolare alcuni luoghi simbolici come l’avenue de Champagne a Epernay, il corso dove si trovano le boutique di alcuni dei grandi marchi a strapiombo sulle cantine nelle quali invecchiano milioni di bottiglie, e tutte i coteaux, i pendii delle colline intorno a Epernay, in particolare Hautvillers, sopra la Mania, dove c’è la famosa abbazia di Dom Pérignon. E qui che a metà del Seicento il monaco avrebbe inventato il metodo champenoise per la fermentazione del vino bianco. “Venite fratelli, sto bevendo le stelle” avrebbe detto Dom Pérignon secondo una citazione apocrifa. Secondo altre fonti, il sacerdote avrebbe invece sperimentato tappi e altre bottiglie per neutralizzare in qualche modo il “vino dei Diavolo” che faceva sempre più proseliti. Nessun esorcismo ha funzionato: lo champagne è entrato nell’eternità. Tra i luoghi catalogati dall’Unesco c’è anche la collina Saint-Nicaise a Reims nel cui sottosuolo ci sono le antiche cave usate per la vinificazione e il deposito delle bottiglie. Erano Otto anni che l’associazione dei produttori si batteva per questo riconoscimento. “Il mio pensiero va immediatamente a tutto coloro che hanno lavorato al progetto, ai partner che hanno sostenuto questa iniziativa un po’ folle” ha dichiarato Pierre Cheval, presidente dell’Associazione Paysages du Champagne.
La decisione dell’Unesco potrebbe far aumentare del 20% il turismo nella regione. Mail comitato che ha sostenuto la candidatura non puntava soprattutto a una tutela patrimoniale. “Abbiamo il dovere di proteggere il paesaggio al fine di consegnano integro alle generazioni future”’ ha spiegato Cheval.
L’Unesco non ha premiato solo la celebre regione di Champagne ma anche la Borgogna, altra mitica terra di vini. E pure questo volta l’organizzazione internazionale non si è limitata al vino ma al paesaggio, prendendo esempio addirittura dai “climi”, da non intendere in senso meteorologico. “In Borgogna quando si parla di un clima non si alzano gli occhi al cielo, ma ci si avvicina alla terra” spiega lo scrittore Bernard Pivot, presidente del comitato che ha sostenuto la candidatura. Si tratta di parcelle con un’identità propria, sia geofisica che cultura. Gli esperti hanno contato 1247 “climi” lungo 60 chilometri di colline intorno a Digione. Più precisamente, sono entrate nel patrimonio dell’umanità i rilievi di Nuits e di Beaune, al sud di Digione, dove si producono alcune delle bottiglie più care del mondo. “Queste colline danno un carattere unico al vino in funzione della natura del terreno, dell’esposizione al sole e al vento, del lavoro umano” scrive l’Unesco nella sua decisione.
Non è la prima volta che l’organizzazione internazionale fa entrare “paesaggi vinicoli” nella lista del World Heritage Fund. La Francia aveva già ottenuto il titolo per Saint-Emilion e Bordeaux, mentre l’Italia l’aveva conquistato un anno fa per le colline tra Langhe, Roero e Monferrato.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su