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La Repubblica

Da bere subito o conservare, come scegliere i vini migliori ... I fiano di Campania o i Verdicchio delle Marche che se la giocano alla pari con i bianchi friulani o altoatesini. I Barolo e i Brunello, che tutto il mondo ci invidia, e compera, insidiati (e battuti talvolta) dai Taurasi campani, dai Carignano del sud della Sardegna, dai Montepulciano d’Abruzzo, Disegna una nuova geografia dell’Italia delle vigne la guida “I vini d’Italia dell’Espresso 2017”. Una geografia rivoluzionaria, come rinnovata è la guida che ha abbandonato i classici voti per stilare invece classifiche secche. Tre, una per i 100 vini “da bere subito”, la seconda per i cento “da comprare” e la terza per quelli “da conservare”. “Con tutto il rispetto per le regioni storiche del nostro vino - spiega Antonio Paolini, che con Andrea Grignaffini è il curatore della guida - la novità è l’ascesa costante dell’enologia del centrosud”. Una crescita fatta di tanti piccoli produttori (ma anche di qualche cantina capace di grandi numeri) che fanno prodotti interessanti e a prezzi alla portata di tutti, “Facciamo un esempio - continua Paolini -il Trebbiano d’Abruzzo di Masciarelli, che noi mettiamo al terzo posto tra i vini con il miglior rapporto qualità-prezzo: è buonissimo e se ne fanno decine di migliaia di bottiglie l’anno, vendute a un prezzo di 7 euro l’una”. Non tutti i pesi buy della guida hanno però costi così bassi: “Sul rapporto qualità-prezzo - spiega Grignaffini - abbiamo scelto un sistema diverso dal solito. Non solo vini buoni a basso prezzo insomma, ma anche le occasioni migliori dei vini più costosi”. Così in cima alla classifica della convenienza c’è il Brunello di Montalcino Ridolfi 2011: “Una bottiglia costa 32 euro - aggiunge Grignaffini - ma nella sua categoria è un’occasione. Come il Barolo Schiavenza 2012, centratissimo: a 26 euro è davvero un ottimo affare”. Fa impressione però vedere in testa alla classifica dei vini da bere subito il Barbaresco Crichet Pajé 2007 di Roagna. Prima di tutto perché è un vino capace di resistere decenni. Poi il suo prezzo (600 euro a bottiglia dichiara la guida) è fuori dalle possibilità dei comuni mortali. E anche di qualche semidio. Paolini spiega: “È la delicatezza totale. Il suo sapore rimane in bocca per ore. E vero che può invecchiare quasi all’infinito. Ma è già buonissimo adesso. Certo è molto costoso: ma un gruppo di appassionati può comprarne una bottiglia, dividere la spesa e assaggiare così un bicchiere che è un capolavoro”. “Oggi - racconta Paolani - tutti hanno imparato a usare la tecnica enologica. La nuova voglia è dare personalità. Fare vini unici, snelli e non più ciccioni come avveniva fino a qualche anno fa. E rispettosi dell’ambiente, in questo siamo all’avanguardia in Europa. Succede dappertutto ma succede di più nelle regioni del centrosud perché qui ci sono vitigni molto legati alla storia contadina dei territori, a suoli unici come quelli vulcanici dell’Etna e della Campania o i calanchi marchigiani da cui vengono ottimi Pecorino”. “Comunque la qualità media dei Vini italiani ormai è alta - conclude - e sarebbero migliaia i vini degni di entrare in una guida. Abbiamo dovuto escluderne tanti. Ma se un critico non critica che critico è, direbbe Totò”.

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