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La Repubblica

Primato in bottiglia per il vino secondo natura … Un vero e proprio boom sugli scaffali della Gdo: +51% rispetto al 2015 mentre le vendite ordinarie sono ferme all’1%. Le grandi cantine in campo... Le bottiglie vendute sono cresciute del 30% nell’ultimo anno grazie ad un significativo sforzo sui mercati esteri, in particolare gli Usa dove abbiamo finalmente raggiunto un accordo per la distribuzione in tutti gli Stati. È un mercato strategico sul quale possiamo finalmente costruire dopo aver investito molto e che, come l’Inghilterra, premia la scelta biodinamica”: Pietro Rossi Cairo, 33 anni, seconda generazione di viticoltori del Gavi, in Piemonte, raccoglie oggi i frutti di una scelta, quella della produzione biodinamica, coraggiosa. Quando, nel 2002, suo padre, il finanziere Giorgio Rossi Cairo, ha comprato la tenuta La Raia, ha puntato con decisione sul segmento più avanzato del mondo bio che pure, ai tempi, era una nicchia. Il mercato gli sta dando ragione. Non solo all’estero. Un italiano su quattro beve vino biologico, dicono i dati Wine Monitor Nomisma, presentati al Vinitaly 2017, che, con la partnership di Federbio, ha aperto la sezione Vinitalybio. Un molo chiave nella diffusione del gusto per i vini ecologici lo gioca la grande distribuzione, dove le vendite di etichette bio hanno raggiunto 11,5 milioni di euro, con +51% rispetto al 2015, a fronte di un tiepido +1% delle vendite di vino in generale nel nostro paese. Si beve meno, si beve meglio, soprattutto più sano. I palati più fini per anni hanno storto il naso: il vino che sa d’aceto, vino che non potrà mai invecchiare. Ma i metodi si sono affinati e pur nel rispetto della natura, oggi escono sul mercato etichette che vengono premiate. Giovanni Bietti, per anni tra i degustatori delle Guide ai Vini de L’Espresso, ha dato vita a una serie di guide dedicate esclusivamente ai vini naturali. Un termine più generale che raccoglie le diverse famiglie di vini ecosostenibili. Il patrimonio enologico italiano è legato ai territori, alle diversità tipiche, ai vitigni autoctoni, e le cantine bio spesso sono anche la sede di hotel o agriturisami che aggiungono valore alla vacanza nella natura. Uno dei pionieri è stato Alois Lageder, sesta generazione di viticoltori altoatesini, con vini d’eccellenza prodotti secondo principi olistici e sostenibili. In molti casi si tratta di realtà piccole. Ma i grandi nomi fanno da traino. Vini alto di gamma, rigorosamente bio, venduti pure in Cina, si producono al Borro, il borgo medioevale acquistato da Ferruccio Ferragamo e trasformato in realais di lusso affidato alla guida del figlio Salvatore. Ha annunciato la nuova rotta il brand Berlucchi, bollicine della Franciacorta. Il colosso del Metodo Classico, Ferrari ha convertito tutte le tenute di proprietà della famiglia Lunelli. È uscito il primo vino bio delle Cantine Lungarotti di Montefalco, Umbria. Sella&Mosca, venduto dalla Campari a Terra Moretti, avvierà viticoltura bio su su tutti i 541 ettari della tenuta. E l’Italia è oggi prima nel mondo per incidenza di superficie vitata biologica, 1’11,9% del totale.

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