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La Repubblica

Tartufi a 6mila euro e olio alle stelle in tavola i frutti del clima stravolto … Pochi funghi e carissimi, meno extravergine e vino, dimezzata la produzione di miele. Siccità e incendi hanno fatto crollare i raccolti e, in molti casi, impennare i prezzi... Pochi compreranno i tartufi (e non per il prezzo alle stelle di quest’anno) ma sulle tasche di tutti peserà l’aumento dell’olio di oliva. I 6mila euro al chilo del tartufo bianco di Alba sono tuttavia un buon indicatore degli effetti di siccità, incendi e anomalie climatiche sulle coltivazioni agricole e sui boschi italiani. Il tartufo bianco ha superato, e non di poco, tutte le quotazioni più elevate degli ultimi anni: parevano un record i 5mila euro al chilo del 2012 o i 4500 euro del 2007 per pezzature medie attorno ai 20 grammi, ma caldo e siccità hanno impedito la crescita di un alimento che ha bisogno di terreni sempre umidi, rendendolo così più raro del solito. Se ne faranno una ragione chef e facoltosi buongustai, più complicato sarà ottenere un buon rapporto tra qualità e prezzo per prodotti di uso assai più comune come funghi, miele, vino, mele, olio d’oliva verdure in generale. Coldiretti calcola che a ottobre i prezzi dei vegetali freschi sono aumentati del 12,1 per cento, quelli della frutta fresca del 4,7. La siccità nelle campagne ha causato oltre 2 miliardi di danni e, anche dove l’irrigazione avrebbe potuto garantire la produzione, il caldo stato tale che, riferiscono con una metafora efficace da Coldiretti, “la verdura si è bollita nei campi”. “La penuria di frutta e vegetali arriva proprio mentre in Italia si registra il record dei consumi di ortofrutta dal 2000 osserva Lorenzo Banana, responsabile economico di Coldiretti - per effetto di una decisa svolta salutista”. Colpisce in questo senso il calo della produzione di miele, calata in Italia di circa il 50 per cento soprattutto nelle varietà di acacia e millefiori, proprio le più richieste. Qualche viticoltore guadagnerà per l’ottima qualità delle uve perfette per dare vini di ottimo corpo ed equilibrio, ma la siccità ha determinato un calo della produzione che affliggerà i vini comuni. I cercatori di funghi resteranno con il cestino vuoto, perché vale per i porcini, che costano circa 35 euro al chilo, quanto detto per i tartufi. Non è colpa del caldo, ma delle gelate inusuali il crollo del 23 per cento in media della produzione di mele, che scarseggiano soprattutto in Trentino, dove il calo è del 60 per cento. Si calcola che ci sarà 1’11 per cento in meno di olive e l’olio costerà alla produzione il 7,8 per cento in più del 2016. “Sugli scaffali dei supermercati e sui banchi del mercato l’aumento dei prezzi potrebbe non essere consistente - avverte Bazzana - ma i consumatori devono leggere l’etichetta e verificare se si tratta di prodotti italiani, perché in alcuni casi il prezzo potrebbe essere esagerato rispetto alla reale qualità della merce, o comunque garantire profitto soltanto al dettagliante”. Le quotazioni delle merci agricole che hanno subito danni dalla siccità in Italia sono anche tenute basse grazie alle importazioni dall’estero, ma così il rischio di un ricarico sul consumatore finale (che paga come raro un prodotto che altrove raro non è) è alto. In ogni caso, se i contraccolpi della siccità potrà evitarli chi acquista la bottiglia di olio, saranno di sicuro pesanti per l’olivicoltore. “Pur se le quotazioni alla produzione aumentano - spiega l’esperto la siccità ha ridotto talmente le quantità da diminuire in maniera drastica il guadagno per gli agricoltori”.

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