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OLTRE LA CRISI

La ristorazione chiama il Governo per ripartire, con gradualità ma con più certezza

Mentre regna il caos su codici Ateco ed enoteche, la Fipe incontra lo Sviluppo Economico. Che apre a nuove misure, e ad un Commissario per il settore
CONFCOMMERCIO, COVID, FIPE, ITALIA, RIPARTENZA, RISTORAZIONE, STEFANO PATUANELLI, SVILUPPO ECONOMICO, Non Solo Vino
La ristorazione italiana guarda al futuro (ph Griffin Wooldridge)

In ginocchio, con i conti disastrati, senza certezze, la ristorazione italiana cerca di ripartire, chiedendo un nuovo dialogo con il Governo, ed in maniera propositiva. Mentre ancora si aspetta chiarezza su alcuni punti del Dpcm in vigore dal 16 gennaio 2021 (e che lo sarà fino al 5 marzo), con la Confesercenti che ha denunciato il caos sui codici Ateco che, allo stato attuale, escluderebbero gran parte delle attività da nuovi ristori, e che ha ripreso anche l’appello di Vinarius al Governo contro la norma che, di fatto, stoppando l’asporto alle ore 18 blocca anche l’attività delle enoteche (oltre 7.000 realtà, sottolinea oggi la Coldiretti, che si unisce ad una battaglia contro una norma che “discrimina ingiustamente le enoteche presenti in Italia nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali resta correttamente consentita la vendita dei vini”, penalizzando ulteriormente anche il settore del vino), la Fipe-Confcommercio, che, nei giorni scorsi, ha comparato le misure prese nei vari Paesi Europei, sostanzialmente identiche a quelle italiane sul fronte delle restrizioni, decisamente più chiare e corpose sul quello dei ristori e degli sgravi, ha incontrato il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, insieme ai sindacati di categoria, per proporre il rilancio dei pubblici esercizi “attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300.00 imprese, che, negli ultimi 12 mesi, hanno registrato 38 miliardi di euro di perdita di fatturato”. Chiare le proposte della Fipe/Confcommercio, sulle quali c’è stata apertura da parte del Ministro Patuanelli che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte dalle Organizzazioni delle Imprese.
Secondo Fipe/Confcommercio, in particolare, è indispensabile esentare i pubblici esercizi dal pagamento dell’Imu 2021, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800.000 euro garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia.
“Provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese”.
Considerazioni e richieste che il Ministro delle Sviluppo Economico che “ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte dalle associazioni”, spiega una nota della Fipe, secondo cui Patuanelli “ha dichiarato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il comitato tecnico scientifico per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari, ha condiviso l’ipotesi di un commissario straordinario che gestisca lo stato di crisi del comparto, e ha confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020, mentre per l’esercizio 2021 si procederà inizialmente riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto”.
“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore - spiegano Fipe e Fiepet - siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni. Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni, mentre le imprese di catering e i locali di intrattenimento hanno di fatto perduto l’intero anno. Ecco perché - proseguono le associazioni di categoria - è essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua”. Un appello, quello della Fipe/Confcommercio, a cui si unisce anche la Anbc, l’Associazione Nazionale Banqueting e Catering. “Dopo un periodo così lungo di inattività forzata, per noi del catering si parla nel 2020 di 9 mesi su 12, è necessario pianificare una riapertura il più veloce possibile e in totale sicurezza, anche a costo di rendere ancor più stringenti i protocolli di sicurezza già vigenti, sempre in accordo con il Ministero della Sanità e il Cts. A questo proposito non posso non ricordare che la nostra associazione aveva già adottato misure più rigide di quelle previste dalla legge, a partire dal mese di settembre. Va da sé - continua il presidente Nicola Capurro - quanto sia fondamentale rafforzare le misure economiche a sostegno delle imprese in difficoltà rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto che non possono più essere parametrati sulla perdita di fatturato del mese di aprile 2020 su aprile 2019, ma su base annua e a prescindere dai limiti di fatturato. Sono necessari interventi di sgravio fiscale, esentando le aziende dal pagamento dell’Imu 2021, così come interventi per prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi. E ancora, va prorogato il credito d’imposta incentivando i locatori a ridurre i canoni, e va facilitato l’accesso alla liquidità estendendo a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800.000 euro garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia, con un preammortamento di almeno 48 mesi. Insomma - conclude Capurro - urgono misure straordinarie per far fronte a una crisi senza precedenti, in particolare per tutte quelle realtà che, come le nostre, dovranno aspettare ancora dei mesi prima di ripartire, proprio per la particolarità del settore che vive di prenotazioni a medio-lungo termine. Confidiamo nel fatto che questa ennesima richiesta di aiuto non cada nel vuoto e che, finalmente, si faccia tutto ciò che è necessario, prima che sia troppo tardi per le nostre aziende e per i lavoratori!”

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