
Composto intorno al 1224 da San Francesco, patrono d’Italia con Santa Caterina da Siena, tra i santi più amati e venerati, vicino ai poveri ed agli ultimi, che fece dell’amore per tutte le creature di Dio la sua missione di vita, il “Cantico delle creature” o “Cantico di Frate Sole” ha rivoluzionato la letteratura italiana, perché è il primo poema di cui si conosce l’autore, ed è scritto in volgare, contribuendo, così, alla nascita della lingua italiana. Ma non solo: il rispetto per la natura, alla quale il Santo dà del “tu” per la prima volta, per i suoi frutti e per gli animali, che chiama “fratello” e “sorella”, non era mai stato preso in considerazione, perché non apparteneva alla mentalità del tempo, mentre Francesco, lascia da parte le dissertazioni filosofiche e teologiche in latino, e riconnette chi legge con la realtà, ovvero l’uomo con l’ambiente - proprio grazie anche all’uso del volgare, comprensibile ai più - e inneggiando alla fratellanza con il mondo e con le sue creature come manifestazione dell’amore di Dio. Una rivoluzione anche iconografica, dunque, a partire dall’arte, come racconta la mostra “Fratello Sole, Sorella Luna. La Natura nell’Arte, tra Beato Angelico, Leonardo e Corot” che ancora è possibile visitare alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia (fino al 15 giugno), in occasione dell’ottavo centenario dalla composizione del “Cantico” di San Francesco d’Assisi, con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede, che l’ha inserita nel calendario ufficiale del Giubileo 2025.
La mostra, curata da Costantino D’Orazio, direttore dei Musei Nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei Nazionali Umbria, Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi, storiche dell’arte responsabili delle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria - presenta oltre 80 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture e volumi a stampa di alcuni tra gli artisti più celebri della storia dell’arte italiana ed europea, da Pisanello a Michelino da Besozzo, da Paolo Uccello a Jan van Eyck, da Beato Angelico a Piero della Francesca, da Leonardo da Vinci a Leon Battista Alberti, da Albrecht Dürer a Lorenzo Lotto, da Dosso Dossi al Giambologna, da Jan Brueghel il Vecchio al Domenichino, da Annibale Carracci a Nicolas Poussin, da Salvator Rosa a Giambattista Piranesi, da Jean-Baptiste Camille Corot a molti altri, i cui capolavori segnano i momenti di svolta in cui le arti figurative hanno affrontato e raccontato nel corso dei secoli l’avvincente rapporto dell’uomo con la natura. E che arrivano dal Museo di San Marco e dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Louvre di Parigi e dalla Galleria Borghese e dai Musei Vaticani di Roma, dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano e dal Museo di Capodimonte a Napoli.
L’intento è quello di dare conto in maniera approfondita e suggestiva delle diverse sfumature con le quali il Creato è stato osservato dalla sensibilità umana e reinterpretato nella visione artistica.
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