L’analisi, e quindi il “borsino” e lo stato dell’arte del mondo del vino, non possono fare a meno dei numeri. E se spesso ci si concentra sugli aspetti “macro”, dall’export ai consumi, dalle importazioni alle fasce di età dei wine lovers, può essere interessante “fare luce” anche su aspetti meno battuti, come, ad esempio, il rapporto esistente tra la popolazione e il numero di aziende vitivinicole. Una curiosità, un particolare, che ci svela come in testa a questa speciale classifica non ci siano le ben note superpotenze del vino, ma, piuttosto, Paesi meno celebri per la produzione enoica, ma con una tradizione comunque solida. È il caso della Romania che può festeggiare un primato: secondo l’American Association of Wine Economists (Aawe), grazie a 44 aziende vitivinicole ogni 1.000 persone, è il Paese con più cantine per numero di abitanti, secondo i dati Eurostat. Una leadership netta considerato che al n. 2 c’è la Grecia con 18,1, al n. 3 la Slovenia con 13,6, e, a seguire, Cipro e Portogallo (11,1), Spagna (10,2), Croazia (8,2), Bulgaria (6,4) e Ungheria (2,7), a chiudere una “top 10” in cui riesce ad essere presente anche l’Italia, con 5,1 aziende vitivinicole ogni 1.000 persone.
Forte di 187.000 ettari vitati, risultato che la porta ad essere l’ottava nazione al mondo nel 2024 per dimensione del proprio vigneto, una produzione di 3,7 milioni di ettolitri (fonte Oiv-Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), la Romania dimostra di avere un feeling storico e speciale con il vino, mostrando anche una certa dinamicità: a dirlo è anche la voce dei consumi che, al netto di un 2024 in calo, come la maggior parte dei Paesi, negli ultimi cinque anni sono passati dai 2,2 milioni di ettolitri del 2019 ai 3 del 2024. La presenza di tante cantine, di riflesso, ci racconta che il comparto vino per la Romania è importante nel generare occupazione, e nel mantenere il “verde” e il paesaggio collinare tutelato da una tradizione che di fatto non si è mai fermata.
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