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IDEE DI TERRITORIO

La Sicilia del vino punta sull’enoturismo di alta gamma, nel segno dell’autenticità e della scoperta

Assovini, da “Sicilia en primeur 2023”: “il vino come contenitore culturale di storia, paesaggio, natura, cultura e gastronomia”

La Sicilia una “terra forte, una terra di contrasti, una terra vera”, dove il vino, che, negli anni, è diventata una delle sue risorse più preziose, è “solo” un filo rosso che lega millenni di storia, di cultura, di bellezza. Perchè “chi viene in Sicilia viene a fare delle scoperte: il vino è sempre stato un biglietto da visita per la Sicilia, ma poi c’è un mondo dietro. Il vino è un fil rouge ti fa scoprire storie vere, storie di impresa, di architettura, di cultura enogastronomica di cui la Sicilia è particolarmente ricca. Quindi noi produttori siamo veramente custodi del territorio e ambasciatori di una Sicilia meravigliosa”. Parole di Laurent Bernard de la Gatinais, alla guida di Assovini Sicilia, intuizione geniale di tre grandi padri nobili del vino di Sicilia come Diego Planeta, Antonio Rallo e Lucio Tasca, oggi rete che riunisce le imprese virtuose del vino della Regione, 100 cantine che mettono insieme un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro. E che, praticamente nella loro totalità, stanno investendo su un enoturismo, e quindi su un turismo che, in Sicilia, non può e non vuole essere “di massa”, ma di alto livello, sostenibile, capace di valorizzare la grande bellezza e l’autenticità di quella terra che oggi è uno dei diamanti del vino italiano, con le sue mille sfaccettature. Riflessioni che arrivano da “Sicilia en Primeur 2023”, (anteprima dei vini che culminerà a Taormina il 13 maggio).
Con il vino che diventa, così, una chiave di lettura esclusiva che aiuta a comprendere le mille sfaccettature dell’Isola e il suo patrimonio storico-culturale, insieme alla storia dei produttori e delle aziende vitivinicole. “Sicilia en primeur 2023 è dedicata al vino come complesso fattore culturale, ambasciatore del turismo siciliano, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo delle cantine di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio. Con “Ambasciatori e custodi di cultura e di territorio” (è il claim di questa edizione, la n. 19), Assovini Sicilia, una rete che riunisce le imprese virtuose del vino di Sicilia, si fa portavoce della conoscenza e della valorizzazione dei territori attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia. In veste di associazione - spiega Assovini Sicilia - sottolineiamo che, nel contesto del turismo esperienziale, i vigneti, le cantine, il vino, rappresentano il contenitore culturale ideale per un’esperienza integrale: dal wine trekking, al pic-nic tra i filari, la musica nei vigneti, le installazioni artistiche nel paesaggio vitivinicolo”.
Non è un caso, dunque, che delle cantine Assovini (il 74% è a gestione familiare), il 90% abbia una struttura adibita all’enoturismo per la degustazione in cantina, il 32% di queste possegga una struttura ricettiva con posti letto, ed il 30% offra una proposta di ristorazione. Con un offerta sempre più all’insegna della “wine experience”, visto che il 51% delle cantine offre dai corsi di cucina ai percorsi benessere, dal wine trekking ai tour che interagiscono sempre più con il paesaggio e la cultura dei luoghi. Puntando sempre di più su un turismo non massificato, ma di alta gamma. In primis per tutelare l’autenticità della Sicilia in termini paesaggistici e culturali, ma anche dal punto di vista della storia e delle storie di impresa, e spesso di vita, che le cantine raccontano. E poi perchè il mercato del lusso non conosce crisi, ed è, quindi, quel segmento di turismo a cui molti guardano, per cercare di uscire da una stagnazione economica generale.
La Sicilia ha tutte le carte in regola per attirare investimenti di questo tipo, potendo contare su di una rara ricchezza culturale sfaccettata, in cui storia, letteratura, architettura, arte, paesaggio e, ovviamente, tradizione eno-gastronomica garantiscono esperienze ineguagliabili e fuori dal percorsi di massa.
La varietà dei paesaggi e climi della Sicilia, l’Isola più grande del Mediterraneo (26.000 chilometri quadrati), si traduce in una straordinaria diversità di suoli: terreni lavici, calcarei, argillosi, tufacei. Su questi, vengono coltivati vitigni autoctoni e internazionali dai quali nascono vini che sono piena e molteplice espressione di uno specifico territorio. Dai vini dell’isola di Pantelleria, lembo europeo più vicino all’Africa, a quelli della Doc Faro che si allungano ad est verso la Calabria, ai vini vulcanici dell’Etna e i vini reliquia. Un patrimonio regionale di ineguagliabile ricchezza e diversità.
E “quindi il vino, uno dei simboli di eccellenza del Made in Sicily, diventa anche un contenitore culturale - spiega ancora Assovini - in grado di narrare e sintetizzare elementi come storia, paesaggio, natura, cultura, tradizione, gastronomia. L’enoturismo si sta evolvendo in qualcosa di più complesso e diversificato. L’ospitalità è un modo completo per promuovere la Sicilia del vino, dalle piccole alle grandi aziende vinicole, l’enoturismo mette insieme le emozioni che una serie di fattori di qualità possono generare: territorio, vino, natura, cibo, relax, convivialità. Assovini Sicilia vuole valorizzare l’enoturismo dei nostri associati come strategia per promuovere la diversità dei territori siciliani, la loro ricchezza e cultura gastronomica, il patrimonio paesaggistico-culturale e vinicolo.
La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza. Ed oggi le cantine targate Assovini hanno un duplice merito: viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”. Un grande lavoro da fare, dunque, cercando di trovare una soluzione sostenibile in grado di fare colloquiare i due ruoli del mondo del vino: quello di ambasciatori e, allo stesso tempo, di custodi della cultura e del territorio.

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