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VISIONI DI FUTURO

La sostenibilità a 360 gradi nel vino, tra mission di impresa e comunicazione: il caso Caviro

La più grande realtà cooperativa italiana presenta il “Bilancio di Sostenibilità” n. 2, e lancia una campagna di comunicazione nazionale sul “Valore”

Investire in maniera concreta e articolata sul tema della sostenibilità (come fanno tante grandi e piccole cantine italiane), metterlo nero su bianco in un “Bilancio di Sostenibilità” (pratica che si sta lentamente diffondendo tra le realtà leader del vino del Belpaese), farne una grande campagna mediatica nazionale rivolta ai consumatori: è il percorso di Caviro, realtà di riferimento della cooperazione italiana, con marchi come Tavernello (ma anche con brand come Cantine Leonardo Da Vinci, in Toscana, o Gerardo Cesari, in terra di Amarone, ndr), colosso che mette insieme 27 cantine sociali, 12.400 viticoltori in 7 regioni d’Italia (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia), 36.300 ettari di superficie vitata, 615.000 tonnellate di uva (pari al 9% dell’intera produzione nazionale), per una produzione di 195 milioni di litri di vino.
82.000 tonnellate di CO2 di origine fossile risparmiate all’ambiente, la totale autosufficienza energetica, con l'energia autoprodotta da fonti rinnovabili, 555.000 tonnellate annue di scarti agroindustriali processati, e un quota di recupero e valorizzazione del 99% i numeri salienti del secondo “Bilancio di Sostenibilità” di Caviro.

“Lo sviluppo sostenibile, l’impegno costante, concreto e crescente del Gruppo - commenta il presidente del Gruppo Caviro, Carlo Dalmonte - è un concetto insito nel Dna Caviro derivante dalla sua configurazione fondante di Cooperativa: al centro non c’è solo la massimizzazione del profitto, ma anche e soprattutto le persone e la volontà di assicurare il soddisfacimento dei loro bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future”.
“La sostenibilità è la capacità di resistere nel lungo periodo, di essere resilienti a tutti gli urti, di sopravvivere ai peggiori eventi. È la capacità di esserci anche un domani e un dopodomani - sottolinea il dg Caviro, SimonPietro Felice - fra dieci e cent’anni. E questa virtù è diventata ancora più importante nel 2020, l’anno della diffusione della pandemia a livello globale. Questo periodo critico ha accresciuto la consapevolezza che siamo tutti interconnessi, che il genere umano - pur con il suo progresso tecnologico - è ancora parte integrante della Natura e, in quanto tale, è sia artefice che soggetto ai mutamenti del Pianeta, a partire da quelli climatici: un campanello d’allarme che risuona da troppo tempo. Noi tutti, insomma, siamo elementi di un ecosistema congiunto, fragile e mutevole, che va tutelato e protetto in ogni sua parte: la natura, il territorio, le persone. Per questo dobbiamo essere sostenibili a livello ambientale, sociale ed economico. Se manca uno di questi tre fattori, l’ecosistema rischia di andare in crisi e minare le basi del nostro benessere”.
Trasformare i derivati della filiera in prodotti ad alto valore aggiunto è la mission di Caviro Extra, società del Gruppo, che guida l’innovazione nella ricerca e sviluppo di prodotti nobili ottenuti dagli scarti del mondo agroindustriale. Nel progetto “Dalla Vigna alla Vigna”, si è creato un circolo virtuoso che punta a eliminare il concetto di scarto a partire dalla vigna, dove ogni materia prima viene considerata una risorsa preziosa, lavorata e trasformata in un nuovo ingrediente naturale da rimettere in circolo; un ciclo che unisce l’uomo e l’ambiente, l’uva e la terra, il presente al futuro. Solo nella campagna vitivinicola 2019/2020 si sono trasformate 73.000 tonnellate di vinaccia e 24.000 tonnellate di feccia in prodotti nobili. Ed è proprio da questo è partita la nuova campagna nazionale di comunicazione sul “Valore”, con cui Caviro racconta il proprio modello di economia circolare rinnovando il suo impegno sostenibile a preservare il valore delle sue risorse recuperando i sottoprodotti della filiera. “Con l’uva facciamo il vino, con gli scarti miglioriamo il mondo”, il claim della campagna, i cui protagonisti sono gli acini spremuti che prendono forma in gioielli preziosi: anelli, collane e orecchini. “L’obiettivo - spiega Caviro - è raccontare lo straordinario valore degli scarti della vite, con i quali ogni anno Caviro produce energia elettrica e termica, risparmia CO2 all’atmosfera, depura acqua, crea prodotti nobili, biocarburante e fertilizzanti naturali per concimare le proprie vigne e poter ri-avviare la produzione. Uno straordinario circolo virtuoso con al centro la sostenibilità, il rispetto per le persone e l’ambiente - i Valori di Caviro”.
“Abbiamo deciso di comunicare il valore della nostra sostenibilità con immagini evocative - afferma Sara Pascucci, responsabile comunicazione Gruppo Caviro - la campagna multi-soggetto nazionale rappresenta un passo importante per consolidare, con una pianificazione su stampa e digitale, il posizionamento di Caviro e presentarci anche al grande pubblico come un modello di riferimento per il mondo dell’economia circolare”. La nuova campagna è stata realizzata in collaborazione con l’agenzia creativa The Key di Milano e Stilelibero per la produzione Photo. “In un’epoca in cui si parla di sostenibilità spesso in modo banale e astratto, Caviro fa seguire le parole ai fatti. Per noi raccontare con una campagna un modello di economia circolare così virtuoso è stata una sfida ispirante e coinvolgente”, spiegano Andrea Vercellino, art director e Paolo Chiabrando, copywriter di The Key.

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