Tutti la conoscono, e almeno una volta nella vita si sono affidati a Wikipedia: ecco, ora esiste una sorta di versione del cibo della famosa enciclopedia online. È online, infatti, The Sifter (letteralmente, dall’inglese, “il setaccio”, ndr), uno strumento per esplorare la storia del cibo, composta da oltre 5.000 testi della storia della gastronomia, liberamente consultabili. Ma non solo: proprio come Wikipedia, The Sifter è un’esperienza partecipativa, con ogni utente che può popolare e aggiungere informazioni, creando un database in continuo movimento e aggiornamento.
Il “bottino” gastro-culturale arriva dal lavoro della studiosa americana Barbara Ketcham Wheaton, che ha catalogato, in oltre cinquant’anni di lavoro, i 5.000 volumi, e che oggi supervisiona la collezione gastronomica della biblioteca dell’Università di Radcliffe. Le ricerche, coadiuvate da un gruppo di studenti che hanno agevolato la digitalizzazione di tutti i contenuti e la pubblicazione di una “enciclopedia” online della storia della gastronomia, comprendono testi anche di 1.000 anni fa (anche se la maggior parte dei testi datano dal Settecento in poi), spaziando dall’Europa all’Asia, alle Americhe. Al momento, la collezione include molti ricettari, ma anche testi di approfondimento antropologico, storico e sociale legati al mondo gastronomico. L’obiettivo è quello di ricostruire la storia di ingredienti, tecniche di cucina, tendenze gastronomiche, mettendo insieme i pezzi di un percorso spesso frammentario, grazie al contributo di fonti reperite in tutto il mondo.
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