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VINO ED ECONOMIA

La Toscana ha la sua legge sull’enoturismo: in cantina la comunicazione del territorio

A WineNews l’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi: “non solo visite e degustazioni, la cultura del vino come leva per turismo e lavoro”

Con il voto (unanime) di oggi del Consiglio Regionale, la Toscana è la prima Regione ad avere una legge che disciplina le attività enoturistiche delle proprie aziende del vino, recependo il decreto ministeriale del 12 marzo 2019 “Linee guida e indirizzi in merito ai requisisti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica”, in attuazione della legge Stefàno sull’enoturismo del 2017. Un passaggio dovuto, ma che apre scenari e prospettive, economiche e turistiche, tutte nuove, come spiega a WineNews l’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi. “È stato un percorso articolato e concertato, da cui è nata una legge dal senso ben preciso, ossia valorizzare i territori del vino nella loro accezione più ampia. Con il loro lavoro le aziende vitivinicole faranno promozione dei territori, non solo del vino, attraverso le visite ai vigneti ed alle cantine, scoprire e raccontare la storia, la cultura e le pratiche che ci sono dietro ad un bicchiere di vino, attraverso degustazioni guidate ed altre attività, come la vendemmia didattica, l’abbinamento con i prodotti agroalimentari”.
Una norma, quindi, che non si limita a mettere ordine, ma che crea possibilità nuove per le aziende del vino, come racconta ancora Remaschi. “Grandi e piccole aziende possono fare vendita diretta e farsi conoscere, puntando sulle grandi opportunità offerte da un turismo destagionalizzato, diverso da quello delle città d’arte o a quello del mare o della montagna. Ma non è tutto, perché si dà alle aziende la possibilità di fare qualcosa in più di prima, creando reddito e circuiti turistici nuovi, il che si traduce in nuove risorse e marginalità capaci di sostenere nuovi investimenti. E poi, è l’occasione per raccontare la nostra storia e la nostra cultura, non è solo il contenuto qualitativo della bottiglia al centro di tutto: su questo tema siamo molto soddisfatti, specie perché la prospettiva è quella di nuovi posti di lavoro, qualificati e formati, gente che parli le lingue, conosca il settore vitivinicolo e conosca il territorio. La vendita diretta - conclude l’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana - è solo l’ultimo atto, se uno è bravo a presentare e comunicare la propria azienda ed il proprio territorio, viene da sé. Il turismo lento, che porta gente da tutto il mondo nell’entroterra toscano, è un volano di crescita importante, che vogliamo cogliere”.

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