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“ANTEPRIME DI TOSCANA”

La Toscana, pilastro del vino italiano, sfida i mercati ed il climate-change, guardando al futuro

In Regione è “bio” un terzo del vigneto totale, che vale il 17% della superficie certificata nazionale. Numeri & messaggi da “PrimAnteprima”
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La Toscana, pilastro del vino italiano, sfida i mercati ed il climate-change

Se nel 2022, nel complesso, la Toscana del vino ha esportato i suoi prodotti per un valore di 1,2 miliardi di euro, nei primi 9 mesi 2023, la Regione, ha accusato un calo in valore complessivo del -7,5%, fermandosi a 852 milioni di euro. Dato che non deve spaventare, però, anche perchè parametrato ad un 2022 da record e forse troppo spinto dall’uscita dalla pandemia, come ricordato, a WineNews, da Francesco Mazzei, presidente Avito, che riunisce tutti i Consorzi del vino di Toscana. Ma che va guardato con attenzione, perchè quella toscana è una performance al di sotto della media italiana, “mitigata” dalle esportazione delle Dop della Regione, a -5% in valore nei primi 10 mesi dell’anno, (ma -13% in quantità) alle quali è dedicata il 95,7% (contro una media nazionale intorno al 65%) di una superficie vitata complessiva in crescita da 4 anni consecutivi, e sempre più “green”, visto che il Granducato rappresenta il 17% della superficie vitata bio in Italia. Su quasi 6.000 ettari del vigneto toscano, infatti, 23.000 sono certificati bio, ovvero il 38% del totale regionale. Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento, con largo anticipo, dell’obiettivo posto dal New Green Deal dell’Unione Europea e dell’Agenda Onu 2030. Ecco i dati emersi oggi da “PrimAnteprima”, la tradizionale giornata che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano, la “wine week” in cui si presentano al mondo le nuove annate, promosso da Regione Toscana (insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzati da PromoFirenze, insieme alla Fondazione Sistema Toscana).
Il quadro, dunque, è di un settore, comunque, forte e strutturato, quello del vino di Toscana, rappresentato da oltre 12.000 aziende con una media di 5 ettari ciascuna e una modesta propensione al modello cooperativo (18%, contro il 50% a livello nazionale), ma che affronta le difficoltà del mercato del vino, in particolare, sul segmento dei vini rossi, che sono la stragrande maggioranza della produzione regionale. E che, nei prossimi anni, dovrà anche fare i conti con meno vino in cantina, visto che la produzione 2023 è in calo del -26% sul 2022, a causa principalmente delle fitopatie sofferte in vigna, in un contesto di sensibile riduzione a livello nazionale a causa del cambiamento climatico in atto.
Temi sui quali la Regione, per altro, come ricordato dall’Assessore all’Agricoltura e vice presidente, Stefania Saccardi, sta lavorando a supporto delle imprese. A livello nazionale, la Toscana è settima per vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 Dop (11 Docg e 41 Doc) e 6 Igt, che presidiano la quasi totalità della superficie vitata toscana. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, rispettivamente occupando il 41% e il 21% della superficie rivendicata. Una predominanza che si traduce nella netta prevalenza del Sangiovese (59%) tra i vitigni allevati sul territorio, seguito a distanza da Merlot (8%) e Cabernet Sauvignon (6%). Percentuali inferiori per i vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano, che copre il 4% della superficie a vite, e il Vermentino (3%).
A livello produttivo, sono diversi i fattori che hanno contribuito alla riduzione della produzione regionale, nel 2023, dalle temperature troppo basse nel germogliamento all’eccessiva pioggia primaverile che ha innescato malattie fungine, come la grave insorgenza della Peronospora. Secondo le prime elaborazioni, ancora provvisorie, curate da Ismea per il report annuale per PrimAnteprima, nel 2023 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vino Dop toscano, in flessione del 7,6% sull’anno precedente, mentre l’Igp con 690.000 ettolitri ha registrato una flessione del 6%. Come detto, a livello di mercato, le cose non vanno benissimo. Sul fronte delle esportazioni, a influire sul calo, è la forte concentrazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti (31% del volume e 38% del valore), mercato oggi in profonda trasformazione (come ribadito dall’analisi presentata da Carlo Flamini, responsabile Osservatorio del Vino - Unione Italiana Vini, che aveva già trattato l’argomento, di grande interesse per tutto il vino italiano, visto il peso degli States sulle esportazioni, ad “Amarone Opera Prima” a Verona, nei giorni scorsi). La perdita più consistente dei volumi esportati è stata, infatti, verso i Paesi Extra-Ue (-15%) a fronte del -7% maturato all’interno dei confini comunitari. È proprio la riduzione della domanda Usa (-20% in volume e -3% in valore) ad incidere profondamente sul risultato finale dei prodotti toscani. Male anche Germania, Canada e Svizzera, mentre nel Regno Unito alla riduzione del 9% dei volumi si affianca una timida ripresa dei valori (+1%). A sostegno della promozione dei vini toscani Dop nel mondo, la Regione ha messo a punto un pacchetto di misure attraverso le risorse 2023-2027 del Psp Piano Strategico della Pac: 6 milioni di euro nel 2024 per la promozione nei Paesi Ue (Italia compresa) e 15 milioni tra 2023 e 2024 verso i Paesi extra-Ue.
Sul fronte interno, invece, in un contesto generalizzato di riduzione degli acquisti delle famiglie, il vino Toscano Dop ha realizzato performance inferiori sul comparto delle Dop italiane. La domanda interna di vini toscani Dop, limitatamente agli acquisti nei format della Grande Distribuzione, ha mostrato una riduzione in termini di volume del 5,8% contro un -3,4% delle Dop totali e un -3,6% dei vini fermi nel complesso. In termini di spesa, i vini Doc e Docg toscani hanno segnato una sostanziale stabilità, garantita dall’aumento dei prezzi medi, che ha compensato la flessione dei volumi. Sorprese arrivano dal dato sui nuovi wine lovers italiani: le categorie di giovani prefamily e famiglie con figli piccoli segnano rispettivamente +3% e + 6% rispetto al 2022. I maggiori acquirenti, il 68%, restano gli over 60 con reddito medio-alto, residenti nel Centro Nord. Ma se il mercato, prima o poi tornerà a crescere, visto il blasone e al qualità dei vini di Toscana, confermato anche dai tanti riconoscimenti della critica internazionale, a partire dalla “Top 100” 2023 by Wine Spectator, che ha incoronato il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano al n. 1 assoluto, ma ha premiato anche ben 7 Chianti Classico, per esempio, una delle più grandi sfide del presente e del futuro è rappresentata dal cambiamento climatico, che impone un ripensamento delle coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina. Secondo quanto riportato da Bernardo Gozzini, amministratore unico Consorzio LaMMA, oggi a Firenze nel suo intervento, a PrimAnteprima, l’agricoltura italiana sta già mostrando segnali di adattamento alle mutate condizioni: negli ultimi 5 anni le coltivazioni di frutti tropicali in Italia sono triplicate (banana, avocado, mango, a cui si aggiungono colture sperimentali di caffè). Assistiamo anche alle “migrazioni interne” di particolari varietà: la produzione industriale di pomodori cresce nel Nord (+27%) e scende nel Sud (-17%), i vigneti si arrampicano oltre i 1.200 metri di altezza, mentre in Valtellina crescono oggi 10.000 olivi. Anche per questo la Regione Toscana si sta spingendo per incentivare metodi innovativi di coltivazione e di gestione delle acque, impianti sperimentali e agricoltura di precisione: a fine dicembre 2023, infatti, è stato approvato il Bando Pnrr dedicato all’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione. Con una dotazione complessiva di 22 milioni e 350.000 euro, il bando concede contributi in conto capitale alle imprese agro-meccaniche e alle micro, piccole e medie imprese agricole e le loro cooperative e associazioni, che intendono realizzare, nella propria azienda, progetti per l’ammodernamento del proprio parco macchine agricolo e investimenti in sistemi di agricoltura di precisione, per l’efficientamento della produzione agricola. La misura concorre a sostenere investimenti in macchine e attrezzature per l’agricoltura di precisione, l’acquisto di trattori elettrici o a biometano, sia per l’agricoltura che per la zootecnia, e investimenti in sistemi di gestione intelligente per irrigazione e la gestione delle acque.
E, tra sfide sui mercati e in vigna, parte, quindi, il tour delle “Anteprime di Toscana”. A Firense, domani, aprirà le danze la “Chianti Classico Collection”, in una special edition per i 100 anni del Consorzio Chianti Classico, il 15 e il 16 febbraio (giornata aperta ai winelovers) in Stazione Leopolda, mentre il 17 febbraio si va a Montepulciano, la “perla” del Rinascimento, per l’assegnazione delle stelle alla vendemmia 2021 in commercio da quest’anno nei 30 anni dell’“Anteprima del Vino Nobile” nella Fortezza e nell’Enoliteca (dal 10 al 12 febbraio aperta al pubblico con degustazione e, per la prima volta, masterclass guidate). Ad arricchire l’evento, anche il convegno “Umanesimo e sostenibilità. Conversazione con Brunello Cucinelli”, con il celebre imprenditore umbro del cashmere e ora anche produttore di vino e olio, a Solomeo, a cura di Anna Scafuri, giornalista del Tg1 Rai, con la partecipazione di Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi italiani e del mondo. Il 18 febbraio si torna, invece, a Firenze (Fortezza da Basso), con “Chianti Lovers & Rosso Morellino”, che vedrà, ancora una volta insieme, il Consorzio Vino Chianti e il Consorzio Morellino di Scansano Docg (con oltre 200 etichette di Chianti e Morellino di cui la metà saranno nuove annate offerte in anteprima ai Chianti Lovers da oltre 100 aziende, grazie all’apertura al pubblico), mentre il 19 febbraio, sempre a Firenze (Palazzo degli Affari), “L’Altra Toscana” n. 3, promossa dall’Associazione L’Altra Toscana che raggruppa 14 Consorzi, riservata a media ed operatori, chiuderà la “Settimana delle Anteprime” e, per la prima volta, includerà anche i vini del nuovo Consorzio Vino Igt Toscana, che abbraccia il ricco universo delle Igt, accanto alle 18 Denominazioni che porteranno in degustazione le nuove annate raccontando un volto diverso della Toscana enologica: Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana (con la professionale regia dello Scaramuzzi Team). E non più prima ma a seguire, eccezionalmente solo per quest’anno, ci sarà “BuyWine Toscana” 2024, la vetrina business to business dei vini di Toscana che ha annunciato le nuove date, diverse da come eravamo abituati, il 10 e l’11 aprile, a Firenze (Fortezza da Basso).

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