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La vendemmia 2016 migliore della 2015? A WineNews il parere, diviso, degli enologi più importanti d’Italia. Un’annata “a macchia di leopardo”, ma dove tutti gli “ingredienti” migliori si sono incontrati nasceranno vini da ricordare

Italia
La vendemmia 2016 migliore della 2015? A WineNews il parere, diviso, degli enologi più importanti d’Italia

Difficile, come sempre, dare giudizi definitivi, ma la vendemmia 2016 porta con sé un inevitabile paragone con quella del 2015. E il parere di molti degli enologi top del Belpaese, sentiti da WineNews, si divide proprio nel considerare la raccolta, in fase di ultimazione, migliore o no di quella dello scorso anno. Si tratta certamente di una vendemmia e di un’annata che ha avuto i suoi “tallone d’Achille”, vale a dire areali tendenzialmente svantaggiati, anche pesantemente, soprattutto dalle piogge, ma dove l’incrocio fra condizioni meteo (in generale più favorevoli al vigneto, con il caldo, prima di tutto, che è stato meno intenso di quello dell’estate 2015), vocazione dei terreni e perizia umana, ha trovato la sua dimensione ottimale, le uve e i vini che stanno ultimando le fermentazioni, dovrebbero essere di qualità molto alta se non altissima. Se la 2015 è stata una vendemmia buona/molto buona in modo generalizzabile a tutto lo Stivale, la vendemmia 2016 risulta davvero “a macchia di leopardo”. Ma dove le cose sono andate bene, i risultati dovrebbero essere superiori alla raccolta dell’anno passato.

“Sarà una vendemmia da ricordare per alcune zone e da dimenticare per altre - afferma Leonardo Valenti, professore di viticoltura all’Università di Milano e consulente di varie aziende dal Veneto all’Umbria, dalla Toscana alla Franciacorta - Una vendemmia davvero “a macchia di leopardo”. In Puglia non sono mancati i problemi, anche causati dalla peronospora, in Sicilia invece le cose sono andate tendenzialmente meglio. Al Nord le basi della Franciacorta sono buone e in Oltrepò sarà un’annata da ricordare. In Piemonte, specie in Langa, i Nebbiolo sono letteralmente strepitosi. In Emilia Romagna e in Valtellina - prosegue Valenti - si può parlare di una raccolta discreta. In Friuli benissimo i vitigni bianchi, un po’ più deboli i rossi. In Toscana ci sono cose di grandissimo livello e altre un po’ meno. I Verdicchio marchigiani sono molto belli, come i Montepulciano in Abruzzo, soprattutto quelli delle zone più calde. Aglianico del Vulture meglio di quello campano. Credo che si possa parlare di una buona vendemmia - conclude Valenti - e per certi vitigni a bacca rossa di un’annata che sarà più importante della 2015”.

“Mi sembra proprio una bella vendemmia - dice Carlo Ferrini, che cura cantine in Abruzzo, Toscana, Piemonte, Marche, Sicilia, Puglia e Trentino - superiore qualitativamente alla 2015. Certo è davvero una vendemmia “a macchia di leopardo”, ma dove la situazione è stata migliore usciranno dei vini da ricordare. Nelle aziende dove lavoro ho vini con bellissime acidità e colori incredibili. Mi sembra una vendemmia che possa garantire ai vini personalità ed eleganza stilistica, un po’ come si sta ricercando in questi ultimi anni. In Toscana è andata molto bene, salvo qualche zona colpita dalla siccità in Maremma. Nelle Marche benissimo, in Abruzzo un po’ meno ma in ripresa. In Piemonte stiamo ancora raccogliendo, come sull’Etna, dove la situazione è molto bella. In Trentino, sto parlando di San Leonardo, è probabilmente una delle migliori vendemmie degli ultimi dieci anni”.

“Dipende molto dalle zone - osserva Lorenzo Landi, attivo in Toscana, Puglia, Abruzzo, Marche, Friuli, Sicilia e Umbria - ci sono situazioni decisamente diverse. Mediamente è però una buona annata, anche qualcosa di più. I bianchi sono certamente migliori di quelli del 2015. Per i rossi bisogna distinguere le zone dove è piovuto pochissimo, e in questo caso i vigneti più vecchi sono andati, bene mentre i più giovani hanno sofferto, e quelle dove è piovuto molto. In quest’ultimo caso, se le piogge non sono state rovinose, l’annata si è conformata come annata fresca con aromaticità più accentuata, eleganza strutturale e personalità, che mancano in parte nei vini del 2015, un’annata sostanzialmente calda, dove la qualità media è sì molto alta, ma dove le eccellenze assolute sono meno intriganti di quelle che usciranno dalla vendemmia 2016. Stabilire un giudizio globale è però molto difficile”.

“Una vendemmia lunga quella di quest’anno - afferma Valentino Ciarla enologo che lavora tra Sicilia, Toscana e Umbria - ma che per certi vitigni, come il Sangiovese, è a mio parere superiore alla 2015. I vini sono più profumati, le acidità e i pH sono più bassi, come le gradazioni. Certo, è stata una vendemmia di gestione più difficile, con i vini che stanno uscendo che si riveleranno molto poco “ruffiani”, ma capaci di riservare eleganza, equilibrio e carattere”.

“Quantitativamente dovrebbe essere una vendemmia meno ricca della 2015 - spiega Emiliano Falsini, consulente in Piemonte, Sicilia, Umbria e Toscana - ma dal punto di vista qualitativo la reputo una raccolta molto intrigante. Che ha richiesto molto lavoro, ma che saprà ricompensare gli sforzi. In Campania forse è piovuto un po’ troppo, creando qualche difficoltà ai vitigni tardivi ma consegnando precoci molto interessanti. In Umbria stiamo ancora raccogliendo, con buoni risultati complessivi, mentre nelle Marche la vendemmia è arrivata un po’ più tardi del solito, ma con i Verdicchio in grande forma. Bianchi abruzzesi di bella forza - prosegue Falsini - e rossi, ancora non completamente raccolti, con qualche problemino di maturazione. In Emilia Romagna è stata una vendemmia molto buona per Lambrusco e Sangiovese, in generale più espressiva della 2015. Per la Toscana penso sia una vendemmia ottima, con i vitigni rossi ricchi in acidità e quindi in freschezza. La raccolta piemontese è andata molto bene e in questo momento stiamo raccogliendo i Nebbiolo. Temperature estive miti in estate hanno favorito gli aromi dei Nebbiolo, che mi sembrano ancora meglio di quelli del 2015. Sull’Etna - conclude Falsini - è una bellissima vendemmia, anche in questo caso forse più intrigante della 2015”.

Ma c’è anche chi considera la vendemmia 2016 inferiore a quella dell’anno scorso. “Mai come per questa vendemmia è impossibile generalizzare - spiega Riccardo Cotarella, enologo con consulenze un po’ in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, e presidente di Assoenologi - abbiamo avuto situazione diversissime, anche opposte, in varie Regioni, in moltissime denominazioni e addirittura all’interno di medesime aziende. Il Sud è stato bersagliato dalle piogge, con fenomeni molto intensi, e quindi dobbiamo considerare questa parte dello Stivale con qualche problema in più. Ma dove i produttori e i tecnici hanno svolto il loro lavoro al meglio - prosegue Cotarella - sono riusciti a raggiungere risultati interessanti. Dove il clima è stato più clemente, la vendemmia è stata molto buona, ma non superiore alla 2015. Un dato sta emergendo in modo chiaro: c’è meno uva di quanto era stato previsto, anche se non sappiamo ancora i dati precisi, ed evidentemente - conclude Cotarella - formulare previsioni a luglio, ma anche a settembre, con la presenza nel nostro Paese di vitigni soprattutto tardivi, porta quasi sicuramente a diffondere dati sbagliati”.

“In linea di massima è andata bene - afferma Andrea Mazzoni uno dei primi enologi-consulenti che concentra il suo lavoro soprattutto in Toscana - ma soprattutto per quelle realtà che hanno perseguito la sanità dei frutti senza cercare inutili forzature e raccogliendo le uve a tempo debito. Non sarà un’annata da grandi selezioni, anche se produrrà vini interessanti. Per me la 2015 resta superiore”.

“Una vendemmia difficile e non priva di problemi - afferma Fabio Mecca, con consulenze fra Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Campania e Toscana - a causa del maltempo, specialmente al Sud. La sanità delle uve è stato l’obbiettivo principale da raggiungere, il che ha penalizzato la ricerca di una maturità più importante delle uve. Dalla Calabria alla Toscana, saranno vini più snelli e meno alcolici, tuttavia ci sono aree come il Cirò e diverse zone della stessa Toscana, dove possiamo parlare di una raccolta molto positiva. In Campania meglio le varietà precoci, e in questo momento manca all’appello soltanto un po’ di Aglianico in zona Taurasi. Una vendemmia “a macchia di leopardo” come si dice - conclude Mecca - e in questo senso l’omogeneità della 2015 è un elemento fondamentale, che quest’anno sembra mancare”.

“Siamo giunti quasi a conclusione - spiega Dora Marchi, protagonista insieme a Donato Lanati del progetto Enosis Meraviglia - di una buona vendemmia specialmente al nord e in Toscana. Ci sono stati un po’ più di problemi sull’Adriatico, almeno per i vitigni rossi, mentre il Verdicchio è andato molto bene, e in Abruzzo, dove la vendemmia sta ancora svolgendosi tra una pioggia e l’altra. In Piemonte i Nebbiolo sono in fase di raccolta proprio adesso e promettono una potenzialità aromatica migliore del 2015. Gavi molto bene e benissimo il Moscato. Nel Sud i vitigni bianchi e i rossi precoci sono andati molto bene, più critica la raccolta dei rossi tardivi, specialmente in Puglia, mentre in Sicilia e Sardegna meglio. In generale - conclude Marchi - la vendemmia del Nord e di parte del Centro è paragonabile alla 2015, che è stata qualitativamente molto buona in modo più omogeneo da Nord a Sud”.

“Per me non è come la vendemmia 2015, ma neanche così distante - osserva Roberto Cipresso noto flying wine maker - e il motivo è costituito dall’abbondanza di piogge primaverili. Poi le cose sono migliorate molto, e anzi le condizioni sono diventate ideali, andando a premiare anche i terreni più plastici e solitamente più ostici. I vini sono leggermente più sottili che nel 2015, ma più eleganti, Comunque - conclude Cipresso - avere due annate di quantità e qualità come la 2015 e la 2016 è davvero una bella rarità”.

Soddisfazione per l’andamento della vendemmia 2016 anche per Nicola Biasi, enologo consulente e coordinatore di Wine Research Team. “Non è stata facile, per l’abbondante piovosità primaverile e per le grandinate che in certe zone hanno colpito duramente. Tuttavia, al Nord e in Toscana soprattutto, i vitigni bianchi e i rossi precoci sono davvero di grande qualità, e non sarà difficile ottenere ottimi vini. Un po’ più problematica la vendemmia per i tardivi, non credo che usciranno grandi vini. A livello medio penso che la vendemmia 2015 sia migliore, ma nel 2016 ci saranno punte qualitative più evidenti”.

“La vendemmia qui al Sud è ancora in corso in zone come l’Irpinia, dove l’Aglianico non ha ancora raggiunto una maturità completa - sottolinea Vincenzo Mercurio, uno fra i migliori enologi del “vivaio” italiano - con la vendemmia 2016 contraddistinta da incredibili differenze tra zona e zona. Per esempio, nelle isole non è mancata la siccità, mentre nelle aree continentali la pioggia è arrivata abbondante. In Salento è una vendemmia che promette bene, nel nord della Puglia, invece, le piogge sono state un po’ troppo abbondanti. Un’annata che però non è stata penalizzata dalle malattie e alla fine ha centrato l’obbiettivo aromatico, nel senso che i vini sono molto profumati. Interessanti, in questo senso, sia i Fiano che i Greco, dalle belle spalle acide e dalle gradazioni mai eccessive. Un’annata fresca sostanzialmente - conclude Mercurio - e umida e per questo preferisco la 2015, anche un po’ più abbondante quantitativamente”.

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