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VINO E TERRITORI

La viticoltura eroica chiede un cambio di passo, tra sostegni specifici e attuazione delle leggi

I temi nell’incontro tra il Cervim ed il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio: “una filiera da rilanciare”
CENTINAIO, CERVIM, GOVERNO, VITICOLTURA EROICA, Italia
I vigneti terrazzati della Cave Mont Blanc, in Valle d’Aosta

La pandemia ha colpito tutti. Ma come sempre le difficoltà “contingenti” pesano di più su chi nel proprio settore sconta già condizioni che da un lato sono certamente un valore, dall'altro delle criticità da gestire con costi e problematiche spesso superiori alla norma. Discorso che vale per la viticoltura eroica e di montagna, spesso madre di vini di grande qualità e davvero unici grazie al lavoro e alla sapienza di produttori che hanno investito in territori che altrimenti sarebbero abbandonati, e che ora chiede un cambio di passo al Governo, con sostegni e misure per i viticoltori eroici pesantemente colpiti dalla pandemia, ma anche l’attuazione del decreto della viticoltura eroica. Temi che sono stati al centro dell’incontro fra il Cervim (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna, in Forte Pendenza e delle Piccole Isole) e il Sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio.
“Un confronto molto proficuo - commenta il presidente Cervim, Stefano Celi - sulle forme di sostegno che potranno essere messe in atto per consentire alla viticoltura eroica di sopravvivere e permettere ai viticoltori di mantenere il loro indispensabile presidio sul territorio”. “Abbiamo trattato tre importanti temi che potrebbero rilanciare velocemente la filiera del mondo dell’agricoltura eroica - sottolinea il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio - c’è la necessità di aiutare economicamente gli agricoltori eroici in quanto necessitano di interventi mirati. Questa pandemia ha praticamente bloccato il turismo ed il canale Horeca, che sono i maggiori mercati di riferimento di questa filiera. Gli alti costi di gestione necessitano di aiuti mirati per evitare lo spopolamento delle aree rurali montane. Altro tema, la necessità di riconoscere ulteriormente il grande lavoro fatto dal Cervim anche a livello ministeriale e infine una veloce regolamentazione del registro dei vigneti eroici e storici per dare un riconoscimento all’importanza di chi ha creduto in un certo tipo di agricoltura”.

I viticoltori eroici - sottolinea il Cervim - hanno subito le maggiori conseguenze di questo anno di chiusure, della ristorazione, del canale Horeca e del turismo, privando le piccole aziende di un canale commerciale importante come la vendita diretta. “Il Cervim - aggiunge il presidente Celi - auspica che possano essere assunti specifici provvedimenti a tutela di questo settore, così gravemente colpito dagli effetti della pandemia. Ad esempio misure specifiche per il settore che tengano conto delle ridotte produzione e dell’alto valore dei vini eroici; ma anche sostegni adeguati e proporzionati al valore delle produzioni; e finanziamenti a tasso agevolato e specifici per la peculiarità delle aziende a viticoltura eroica”. Secondo il Cervim, servono anche azioni di promozione sui mercati, anche esteri, specificatamente pensati per le caratteristiche delle piccole aziende eroiche; ed un sostegno per la realizzazione e manutenzione di tutte le infrastrutture necessarie per la coltivazione e mantenimento dei terreni caratteristici della viticoltura eroica. Inoltre dopo la pubblicazione a fine settembre sulla Gazzetta Ufficiale, con cui il decreto per la salvaguardia dei vigneti eroici e storici è entrato in vigore, il Cervim attende la sua attuazione.

“Il decreto - spiega Roberto Gaudio (Cervim) - rappresenta un punto di partenza, un riconoscimento che deve tradursi in un’azione concreta di rilancio. I viticoltori eroici svolgono un ruolo insostituibile per la sorveglianza e il mantenimento del territorio, con la manutenzione di tutte le infrastrutture di sostegno dei terreni, a partire dai muretti a secco (patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco) e dalla regimazione delle acque, contribuendo alla prevenzione di fenomeni di dissesto idrogeologico e di degrado dei territori, a vantaggio dell’intera comunità nazionale”.

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