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UN NOME, UN SIMBOLO

L’“Abruzzo revolution” continua con “Trabocco”, il marchio collettivo dello Spumante Doc

Il Consorzio dei Vini d’Abruzzo presenta il nuovo progetto legato alle bollicine da vitigni autoctoni con Metodo Italiano. E con “il mare dentro”

Terra di rossi, bianchi e rosè, una delle novità più recenti per l’Abruzzo del vino è il successo della produzione di spumanti da uve autoctone, da quelle più diffuse a quelle che stanno riscuotendo crescente apprezzamento sui mercati - dal Trebbiano al Pecorino, dalla Passerina alla Cococciola e al Montonico, e al Montepulciano per la versione rosè - ai quali i produttori stanno dedicando grandi attenzioni ed investimenti, sull’onda del trend di consumo in continua ascesa per la tipologia (la cui produzione in Italia sfiora 1 miliardo di bottiglie nel 2022 a +4% sul 2021, traina l’export con 5,2 milioni di ettolitri esportati in crescita del +6%, ed è amatissima anche dagli italiani, con i consumi interni che rappresentano il 13,5% del totale vino; fonte: Osservatorio Uiv-Unione Italian Vini-Vinitaly). Un trend che il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo ha deciso di cavalcare dando vita al marchio collettivo “Spumante d’Abruzzo Doc Trabocco”: un nome, un simbolo di una delle bellezze “patrimonio monumentale” della Regione, l’antica macchina da pesca tipica della Costa dei Trabocchi, paragonati da Gabriele D’Annunzio a “ragni colossali” e descritti nella tragedia “Il Trionfo della Morte” come “macchine che parevano vivere di vita propria” dal grande poeta abruzzese.
Un percorso di valorizzazione delle bollicine prodotte da vitigni autoctoni, intrapreso da qualche tempo dal mondo del vino abruzzese, e con il quale prosegue la vera e propria “Abruzzo revolution” a partire dalla nuova piramide qualitativa dei vini. Già nel 2010 con la nascita della Doc Abruzzo, il Consorzio ha voluto mettere a tutela gli autoctoni riscoperti e rigorosamente imbottigliati in Regione, a partire da Pecorino e Passerina d’Abruzzo che si sono fin da subito dimostrati adatti anche alla spumantizzazione. Il disciplinare di questa Doc comprende fin da subito anche la tipologia Spumante vinificati in bianco o rosé, realizzati con Metodo Italiano (Charmat) o Classico e con l’utilizzo di vitigni internazionali.
Nel 2018, viene avviato un percorso per valorizzare il rapporto di questo prodotto con il territorio, culminato con la nascita del marchio collettivo “Trabocco” - registrato nel 2020 - simbolo iconico della Regione riconosciuto in tutto il mondo, che mira a valorizzare gli spumanti prodotti con Metodo Italiano in Abruzzo da uve autoctone quali Passerina, Pecorino, Trebbiano, Montonico, Cococciola e Montepulciano d’Abruzzo, caratterizzate da alta acidità̀ e bassa gradazione, due qualità che le rendono uniche e che donano eccellenti basi spumanti.
“Le nostre uve sono naturalmente predisposte alla spumantizzazione e vi è ormai l’esigenza di portare sui mercati un prodotto totalmente abruzzese, realizzato con i nostri vitigni, vinificato e imbottigliato in regione e che porta con sé un nome estremamente identificativo - spiega Alessandro Nicodemi, presidente Consorzio Vini d’Abruzzo - da luglio dello scorso anno è stato infatti approvato il regolamento dell’utilizzo del marchio collettivo “Trabocco” che circoscrive la possibilità di utilizzarlo solo per spumanti prodotti con Metodo Italiano e soprattutto con l’utilizzo esclusivo delle nostre uve autoctone”. Nell’attuale riorganizzazione dei disciplinari di produzione sono state introdotte alcune varianti che hanno aggiunto anche per la Doc Abruzzo o d’Abruzzo Doc la possibilità di specificare il vitigno di provenienza (Pecorino, Passerina, Montonico e Cococciola), elemento molto importante per il consumatore finale. L’aggiunta del marchio collettivo in etichetta - Spumante d’Abruzzo Doc “Trabocco” - vuole rappresentare un ulteriore passo in avanti nel percorso di caratterizzazione delle bollicine abruzzesi, rendendo immediatamente riconoscibile il prodotto.
Per il momento, ad ottenere il riconoscimento del marchio “Trabocco” sono le cantine Casal Thaulero, Citra, Eredi Legonziano e Vin.Co, che presto introdurranno sul mercato i loro spumanti Metodo Italiano nelle versioni in bianco e rosé, Brut ed Extra Dry. “Diversi viticoltori hanno iniziato ad investire in questa direzione - continua Nicodemi - e da qualche anno propongono spumanti con un buon successo. Credo che la strada sia lunga, ma sicuramente, se percorsa con lungimiranza e strategia, si potranno avere degli ottimi risultati e l’Abruzzo potrà certamente candidarsi anche come produttore di vini spumanti oltre che come terra di grandi rossi”.
Per il naming ed il logo è stato scelto uno dei simboli più rappresentativi e identificativi dell’Abruzzo, il Trabocco, proprio perché facilmente memorizzabile e associabile alla Regione. A supporto di questo progetto, per opera del Consorzio, partiranno a breve una campagna di comunicazione rivolta a operatori del settore e al consumatore finale: in calendario, il 21 giugno, c’è l’evento aperto al pubblico “Perlage d’Abruzzo”, di scena in oltre 50 locali che prenderanno parte all’iniziativa, e poi a luglio un importante wine ducational (con media italiani e stranieri) sul territorio alla scoperta del “Trabocco Spumante d’Abruzzo Doc”.

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