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VINO & SOLIDARIETÀ

L’agricoltura che dà asilo di Marco Caprai tra le storie che ispirano i giovani per art4sport

La Onlus della schermitrice “Bebe” Vio ha selezionato tra 20 case history il progetto di integrazione c-per i richiedenti asiolo della cantina Caprai

“Il mondo agricolo non è solo caporalato, illegalità e sfruttamento, è anche il primo strumento di inclusione e sostenibilità sociale”. Lo ha detto Marco Caprai, artefice della rinascita del Sagrantino di Montefalco alla guida della Arnaldo Caprai, la cantina di famiglia, che, con il progetto di inclusione e lavoro sociale con la Caritas di Foligno - pluripremiato, dall’Onu a Symbola-Fondazione per le Qualità Italiane, e con il produttore che ha ricevuto il titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ndr - in 10 anni ha dato a lavoro a più di 200 richiedenti asilo politico, favorendo così la loro integrazione in Italia e nel tessuto sociale del territorio del rosso umbro, nei giorni scorsi alla Fabbrica del Vapore di Milano, è stata tra i 20 finalisti nella “Sfera Action” dei “Wembrace Awards” 2025, i riconoscimenti dell’Associazione art4sport Onlus, fondata dalla schermitrice Beatrice “Bebe” Vio Grandis alle storie vere e profonde che possano ispirare tutte le persone e soprattutto le nuove generazioni, premiate di fronte ad una platea di ospiti vip del mondo dello sport, dello spettacolo e non solo.
A vincere l’Award, Fatima Zahra El Maliani che, arrivata dal Marocco a 2 anni, è un esempio straordinario di impegno e resilienza. Fatima non ha mai dimenticato l’aiuto ricevuto da bambina nel doposcuola Sermig, e ha deciso di restituirlo come volontaria ai bambini di Porta Palazzo, quartiere multiculturale di Torino. La sua storia ci ricorda che la cittadinanza non è solo un pezzo di carta, ma una porta verso opportunità che non dovrebbero restare chiuse per nessuno.
Proprio come quella della cantina Caprai, il cui modello di inclusione si è rivelato vincente: il 60% dei migranti è poi rimasto a lavorare stabilmente in azienda. “L’agricoltura - dice Caprai, il cui ultimo progetto è Ac Galaxy Umbria, una nuova narrazione del vino umbro come un mosaico di terroir che si uniscono in una galassia di eccellenze, superando il concetto di “regione di un solo vino” per raccontare l’Umbria come un ecosistema vinicolo unico e che valorizza la biodiversità, intercettando le nuove tendenze in atto (dalle bollicine di montagna dai vigneti dell’appennino di Gubbio, al rosato del Lago Trasimeno da uve Grenache, dal Trebbiano Spoletino ai Grechetti dei Colli Martani a Todi, dal Vermentino di Narni allo Chardonnay e al Sauvignon di Orvieto, accanto al Sagrantino) - è anche l’unico mezzo in grado di arginare e contrastare lo spopolamento delle aree collinari e di montagna, da dove viene la grande qualità italiana, con progetti in pieno spirito green, rispettosi dell’ambiente e capaci di valorizzare la tradizione e la bellezza del territorio”.

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