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CINGHIALI FUORI CONTROLLO

L’agricoltura italiana fa fronte comune contro gli ungulati: l’allarme dopo l’incidente sulla A1

Confagricoltura, Cia-Agricoltori, Coldiretti: “è una questione di sicurezza”. Il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio: “subito a lavoro”
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L’agricoltura italiana fa fronte comune contro gli ungulati

L’agricoltura italiana fa fronte comune contro gli ungulati: la cronaca, con l’incidente mortale causato da un branco di cinghiali sull’Autostrada A1, tra Lodi e Casalpusterlengo, ha riportato sotto i riflettori quella che, da tempo, è segnalata come una vera e propria emergenze. Che, al di là dei fatti tragici delle ultime ore, è anche un flagello per l’agricoltura.
“L’incidente mortale di questa notte, provocato dal passaggio di un branco di cinghiali, evidenzia quanto sia necessario intervenire con urgenza per limitare la proliferazione della fauna selvatica - ha detto il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - quanto successo è l’effetto del mancato controllo delle popolazioni di cinghiali che, nonostante gli appelli degli agricoltori, è stato sottovalutato. Se ne parla da tanto tempo, ma non sono state prese misure efficaci e concrete. La fauna selvatica è così arrivata anche alle periferie delle città, da Nord a Sud, causando numerosi problemi. Ungulati e cervidi sono in aumento ovunque e sono responsabili di danni ingenti a persone, raccolti e strutture agricole. L’incidente mortale di stanotte richiama con urgenza l’attenzione delle istituzioni su una questione che non è più prettamente agricola, ma di sicurezza vera e propria per i cittadini. Siamo di fronte all’ennesima colpevole disattenzione. Ci aspettiamo che si intervenga tempestivamente per debellare un fenomeno che nuoce alla sicurezza dei cittadini e all’economia del Paese”, conclude Confagricoltura.

Sulla stessa linea la Cia-Agricoltori Italiani: “il nuovo incidente mortale dimostra quanto sia diventato urgente intervenire sul problema degli animali selvatici. La situazione in Italia è ormai fuori controllo. Il proliferare dei cinghiali non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini - spiega Cia - e le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. La questione animali selvatici - ricorda Cia - è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazionale. Dove abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema. Soprattutto -osserva Cia - oggi occorre introdurre il concetto di “corretta gestione” accanto a quello di protezione, parlando di “carichi sostenibili” di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici”.
Solo per citare alcuni esempi, la media annua delle domande di indennizzi per i danni da fauna selvatica supera i 2 milioni di euro in Toscana ed Emilia-Romagna e arriva a oltre 1 milione nelle Marche e in Umbria. E ancora, ogni anno, solo nelle regioni dell’arco appenninico, dalla Calabria alla Liguria, gli animali selvatici uccidono dalle 2.000 alle 2.500 pecore.

A rilanciare l’allarme anche la Coldiretti, per voce della Delegazione Toscana.
“L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Solo in Toscana si stimano 250-280.000 cinghiali con danni per il settore agricolo che superano i 10 milioni di euro”, afferma Fabrizio Filippi presidente di Coldiretti Toscana. “Negli ultimi dieci anni - sottolinea Filippi - il numero dei cinghiali presenti è praticamente raddoppiato. La sicurezza nelle aree rurali e urbane è a rischio per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati, centri abitati, strade ed anche autostrade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone”. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime. Non è quindi più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi”.
Un appello, quello delle organizzazioni agricole, fatto prontamente suo dal Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio: “un piano per la gestione della questione cinghiali, e più in generale degli animali carnivori, è necessario e non più rinviabile. Va bene tutelare la fauna - ha detto il Ministro - ma devono esserci delle limitazioni perché dobbiamo garantire la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo. Non possiamo più permettere che si verifichino incidenti come quello avvenuto sull’A1. Continuerò a portare avanti il lavoro già avviato con i colleghi dei Ministeri competenti nonché con le Regioni per gestire al più presto e nel migliore dei modi una questione che va risolta il prima possibile”.

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