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SCENARI FUTURI

L’AI entrerà anche nel mondo del vino? Molte aziende la stanno già sperimentando 

Dai siti web alle etichette, al primo vino creato in Francia da ChatGPT, che ne ha suggerito uve, vinificazione e persino nome e costo  

É uno dei temi più attuali e controversi a livello planetario: per i suoi detrattori, l’intelligenza artificiale sconvolgerà irrimediabilmente le nostre vite, mentre per i suoi sostenitori le cambierà in meglio. Intanto, l’AI sta entrando anche nel mondo del vino: alcune aziende nel mondo la stanno già sperimentando nel campo del marketing - dai siti web al design delle etichette - mentre in Francia è uscito da poco il primo vino frutto della collaborazione con ChatGPT, l’ormai celebre software basato sull’interazione tra computer e linguaggio umano, che ne ha suggerito uvaggio, vinificazione e persino nome e costo.
Uno dei campi in cui l’intelligenza artificiale può intervenire a supporto dei produttori è quello del marketing. La cantina australiana Treasury Wine Estates, con sede a Melbourne (una delle più grandi aziende vinicole del mondo, con un portafoglio di oltre 50 cantine), l’ha utilizzata per creare un sito web in cui promuovere le proprie offerte e vendite speciali: lanciato a marzo, The Wine Event è ben lungi dall’essere un sito-brochure, ma si presenta dinamico e costantemente aggiornato. Costruire un sito web prevede un grande lavoro, che richiede l’apporto di programmatori, designer, web editor e fotografi, e molto di questo può essere svolto appunto dall’AI.
“L’intelligenza artificiale è particolarmente utile per i professionisti del marketing che conoscono così bene i loro marchi che hanno difficoltà a vederli sotto una nuova luce o in nuove situazioni - spiega Justin Noland, Senior Director, DTC Marketing & Ecommerce di Treasury Wine Estate - una volta che un’idea o due sono state scelte, ChatGPT può espanderle. Arriviamo tutti a un punto in cui usiamo gli stessi aggettivi più e più volte, ma l’intelligenza artificiale può far emergere tutte queste cose in un modo diverso”.
Intanto, in Francia, è già nato il primo vino al mondo frutto di una collaborazione con ChatGPT: si chiama “The End” ed è firmato dai due viticoltori della Languedoc Roussillon, Anthony Aubert e Jean-Charles Mathieu (Aubert & Mathieu). Prodotto in sole 600 bottiglie, è stato creato grazie ai suggerimenti dell’interfaccia di intelligenza artificiale, a cui è stato chiesto di fornire le indicazioni per un “eccezionale vino biologico”. L’AI ha fornito suggerimenti sulle uve, la vinificazione e l’assemblaggio, ma anche sul nome ed il prezzo a cui venderlo.
Invece in Argentina l’azienda vinicola Cimarrón Wines, con sede a Mendoza, è stata una delle prime nel mondo ad utilizzare l’intelligenza artificiale nello sviluppo dell’etichetta del proprio vino,“Entre Gallos y Medianoche”. “Il nome si basa su una classica frase argentina, “tra galli e mezzanotte”, che rimanda a qualcosa di inaspettato, di inopportuno, che accade senza programmare - spiega il titolare di  Cimarrón Wines Lucca Stradella - la nascita di questo vino è un po’ così, è stato qualcosa di improvviso di cui avevamo davvero bisogno e che allo stesso tempo cercavamo”. L’etichetta nata dall’AI incorpora diverse caratteristiche che la distinguono da quelle tradizionali, con un design audace e astratto che evoca un senso di modernità e raffinatezza: include anche elementi dinamici che cambiano in base a vari fattori, come la temperatura e le condizioni di illuminazione. Un altro degli aspetti più sorprendenti e intriganti del design AI è la sua capacità di personalizzare l’etichetta per ogni singola bottiglia di vino, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico.
Per l’Italia, tra i pionieri delle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, c’è la cantina Guido Berlucchi & C., uno dei brand di riferimento della Franciacorta, che applica le nuove tecnologie ad un percorso, già intrapreso da anni, verso la sostenibilità ambientale. In vendemmia vengono monitorate, attraverso l’AI, le uve all’ingresso della zona di conferimento: in questo modo si possono rilevare eventuali difetti, come parti danneggiate, foglie o rami. L’algoritmo restituisce così agli enologi una mappa della qualità dell’uva, che li aiuta a prendere decisioni più oggettive e consapevoli.

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