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CODICE DELLA STRADA

L’alcolock potrebbe arrivare da luglio 2025: quello che c’è da sapere (senza allarmismi)

Il 18 giugno si esprimerà l’Unione Europea. E varrà solo per i procedimenti in giudicato per chi sarà trovato con un tasso alcolemico sopra 0,8
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Presto potrebbe arrivare l’alcolock anche in Italia

Il nuovo Codice della Strada, e la parte relativa alle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza, entrato in vigore a fine 2024, è ancora oggi al centro del dibattito. E se i limiti per le sanzioni, è bene ancora una volta ricordarlo, non sono cambiati rispetto a quelli già stabiliti dal 2010 (sotto 0,5 di tasso alcolemico, ovvero di grammi di alcol per litro di sangue, non ce sono, salvo per neopatentati ed alcune categorie professionali, poi si va da 0,5 a 0,8 per un primo scaglione, fino a 1,5 per un altro step, e oltre 1,5 per l’ultima “aliquota”, ndr), dal mondo del vino a quello della ristorazione non sono mancati, in questi mesi, appelli e preoccupazione di vario tipo sull’impatto che la riforma può avere sulla quotidianità di consumatori ed operatori del settore. Tanto che c’è chi ha lamentato, come conseguenza di un certo allarmismo diffuso, ordinazioni in calo, con il timore da parte della clientela anche di approcciarsi ad un consumo moderato che, va ricordato anche questo, non si traduce in “ritiro della patente”.
All’orizzonte, intanto, si intravede una novità attesa, e che non deve generare ulteriore allarmismo, ovvero la possibile introduzione dell’alcolock in Italia già a partire dal mese di luglio 2025. Manca ancora l’ufficialità, e quindi gli ultimi passaggi da completare, ma l’arrivo di quella che è una delle “new-entry” più significative della riforma del Codice della Strada, e che ha destato preoccupazioni anche da parte del mondo del vino, potrebbe diventare realtà già nell’estate 2025. A sottolinearlo in una scheda è l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze,tra i massimi esperti di normativa del settore vitivinicolo. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha, infatti, redatto e trasmesso il decreto attuativo necessario per rendere operativa la misura dell’alcolock, con il testo che è stato elaborato in tempi rapidi, proprio a seguito della riforma del Codice della Strada. È stato quindi inviato a Bruxelles, alla Commissione Europea, per la procedura di notifica e verifica di compatibilità con il diritto Ue (come previsto per le norme tecniche nazionali che impattano sul mercato europeo). E ora l’Unione Europea ha tempo fino al 18 giugno 2025 per esprimere eventuali osservazioni tecniche o opposizioni e, in assenza di rilievi da parte dell’Ue, il provvedimento sarà considerato approvato tacitamente.
L’alcolock, come è ormai noto, diventa obbligatorio per chi è stato condannato in via definitiva per guida in stato di ebbrezza, nei casi più gravi, ovvero quelli che scattano se viene rilevato un tasso alcolemico da 0,8 grammi litro a crescere. Si tratta di un dispositivo elettronico che impedisce l’accensione del veicolo se rileva alcol nell’aria espirata dal conducente. Il suo funzionamento è simile a quello di un etilometro: prima di partire, il guidatore deve soffiare in un apposito boccaglio e, se viene rilevata una quantità di alcol oltre la soglia stabilita, il motore viene bloccato e il veicolo non può essere avviato. Per l’accensione del veicolo occorre avere tasso alcolemico a zero.
L’installazione dell’alcolock, come detto, diventerà obbligatoria per chi ha ricevuto una condanna definitiva per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro: in questi casi, il dispositivo dovrà essere utilizzato per due anni dopo la sospensione della patente (da sei mesi a un anno). Per chi ha invece superato 1,5 grammi per litro, l’obbligo si estenderà a tre anni, dopo una sospensione della patente compresa tra uno e due anni, decisa dal prefetto. E ci potranno essere casi particolari e quindi decisioni più restrittive dalla Commissione medica. L’alcolock viene considerato come una misura rieducativa e di sicurezza rivolta a chi è già stato condannato per guida in stato di ebbrezza. Di fatto mira ad evitare ogni recidiva, imponendo un controllo totale (tolleranza zero). Il dispositivo blocca il motore anche con tasso alcolemico pari a 0,1 g/l, valore inferiore al limite legale per i conducenti ordinari (0,5 g/l). Se il tasso rilevato è superiore a 0,0 g/l, l’auto infatti non parte. Chiunque usi l’auto dovrà, quindi, risultare completamente sobrio, anche se non soggetto a restrizioni legali. E qui potrebbe riscontrarsi una situazione paradossale, comunque da regolare: se c’è un veicolo unico in famiglia, infatti, anche i familiari non condannati dovrebbero usare l’alcolock e quindi se hanno eventualmente bevuto con un tasso alcolemico entro limiti di legge, non potrebbero lo stesso accendere il veicolo.
A livello tecnico, c’è l’obbligo di impiego di boccagli monouso per ogni utilizzo. E qui si passa al capitolo dei costi (anche questi non ancora definiti) che si prevedono alti ed a carico del trasgressore tra installazione del dispositivo, la taratura periodica ed i boccagli monouso: la stima è di circa 2.000 euro iniziali a cui aggiungere le spese ricorrenti. A bordo sarà obbligatorio conservare, e rendere disponibili per un controllo da parte delle forze dell’ordine, il certificato di omologazione dell’alcolock e le tarature aggiornate. Ovviamente non mancheranno, e saranno “salate”, le sanzioni in caso di violazione: la guida senza l’alcolock obbligatorio prevede una multa da 158 a 638 euro più la sospensione della patente da uno a sei mesi; la guida in stato di ebbrezza con obbligo di alcolock aumenta la sanzione di un terzo e le pene vengono raddoppiate in caso di manomissione del dispositivo.
La prossima introduzione dell’alcolock in Italia, commenta lo studio Giuri, si allinea a quanto già avviene da anni in diversi Paesi europei come Francia, Austria, Belgio, Danimarca, Polonia, Lituania, Svezia e Finlandia. In questi Stati, il dispositivo è impiegato come misura rieducativa alternativa alla sospensione della patente. L’obiettivo è favorire un cambiamento delle abitudini del conducente, aiutandolo a comprendere l’importanza di non consumare alcol prima di mettersi alla guida e contribuendo, così, a ridurre il rischio di recidiva.

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