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STRATEGIE PER IL FUTURO

L’Alto Adige, tra vino e ricerca, fa sistema per la sostenibilità: ecco l’Agenda Vini 2030

Un progetto, firmato dal Consorzio dei Vini Alto Adige, con diversi isituti di ricerca, con al centro suolo, vigneti, vino, territorio e persone
ALTO ADIGE, SOSTENIBILITA, vino, Italia
L’Alto Adige, tra vino e ricerca, fa sistema per la sostenibilità: ecco l’Agenda Vini 2030

L’Alto Adige del vino e della ricerca fa sistema e guarda al futuro nel segno di una ancora maggiore sostenibilità, fissando obiettivi ambiziosi me raggiungibili per i prossimi 10 anni, a partire dallo stop a concimi di sintesi e a regole comuni e condivise da tutti sulla gestione fitosanitaria dei vigneti: sono solo i più importanti punti fissati dall’Agenda Vini Alto Adige 2030, nata dalla collaborazione tra Consorzio Vini Alto Adige, il Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura, il Centro Sperimentale Agricolo di Laimburg, l’Accademia Europea di Bolzano, la Libera Università di Bolzano e Alfred Strigl, esperto di sostenibilità e Direttore dell’Istituto Austriaco per lo Sviluppo Sostenibile all’Universität für Bodenkultur di Vienna, che hanno messo nero su bianco la road map per i prossimi 10 anni dell’Alto Adige del vino, terra di assoluta eccellenza, soprattutto per la produzione di grandi vini bianchi.
L’Agenda si articola in cinque livelli operativi che corrispondono ad altrettanti pilastri su cui poggia il settore vinicolo, ossia suolo, vigneti, vino, territorio e persone e delinea un percorso di cambiamento da intraprendersi in ognuno di questi comparti. Per salvaguardare il suolo, l’agenda prevede di passare a una concimazione esclusivamente organica, sostituendo i materiali sintetici monouso con materiali biodegradabili e intende anche rilevare, documentare e ottimizzare, il consumo delle risorse idriche. Nella gestione dei vigneti sono previste nuove regole unificate per i trattamenti fitosanitari con interventi molto incisivi e già dal 2023 non si potranno più impiegare erbicidi sintetici. Un’attenzione particolare sarà rivolta anche alla biodiversità nei vigneti stessi, che sarà promossa con un apposito vademecum destinato ai viticoltori e istituendo un premio da assegnare annualmente al vigneto più ecologico dell’Alto Adige. Con l’Agenda 2030, inoltre, balza in primo piano la lotta alle emissioni di anidride carbonica prodotte dal settore vitivinicolo, che prevede una misurazione completa ed accurata delle emissioni di Co2 nella filiera, per poter prendere così contromisure mirate ed efficaci, pensando anche alla gestione del cambiamento climatico.
Gli ultimi livelli operativi dell’Agenda 2030, che riguardano il territorio e le persone, si pongono come obiettivo da un lato quello di conservare intatto il paesaggio rurale creato nei secoli dalla produzione vinicola in Alto Adige e tutta la sua filiera produttiva e, dall’altro, quello di coinvolgere tutte le figure che ruotano intorno al settore per poter così agire su larga scala e far crescere il progetto dal basso adeguandolo, strada facendo, alle mutate condizioni economiche, ecologiche e legislative. “Aver stilato un programma di intenti è adesso più importante che mai considerando le grandi difficoltà che hanno coinvolto il settore vitivinicolo in quello che è stato fino ad ora l’anno più difficile della storia recente a causa del Covid e del lockdown”, ha dichiarato il Presidente del Consorzio Vini Alto Adige, Maximilian Niedermayr,

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