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POLITICA CONSORTILE

Lambrusco, primo passo verso la nascita di un Consorzio unico

I cda dei tre Consorzi emiliani hanno dato il via libera alla fusione. Il nuovo Consorzio Tutela Lambrusco rappresenterà 1,3 milioni di quintali d’uva
CONSORZIO, LAMBRUSCO, LAMBRUSCO DI MODENA, RENO DOC, VINI DOC REGGIANO E COLLI DI SCANDIANO, Italia
Il Lambrusco verso un Consorzio unico

Un primo passo verso la nascita di un Consorzio unico, in grado di rappresentare e valorizzare le tante denominazioni di origine di uno dei più famosi vini italiani, il Lambrusco: ieri i cda del Consorzio del Lambrusco di Modena, del Consorzio dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio Vini del Reno Doc hanno espresso, all’unanimità, parere favorevole alla fusione e alla nascita, a partire dal prossimo anno, di un unico grande soggetto consortile. Il Consorzio Tutela Lambrusco, che rappresenterà 1,3 milioni di quintali d’uva (per la stragrande maggioranza di Lambrusco, anche se includerà altri vitigni).
“Il Lambrusco, uno dei vini immagine dell’Italia, è un grande universo rappresentato da differenti vitigni, territori e colori - commenta Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che tutelano il vino lambrusco - questo primo passo ci permetterà di rivolgerci al consumatore finale in modo coeso e uniforme, valorizzando ancora meglio le singole ricchezze delle diverse denominazioni”.
“Non si tratta di un’operazione che intende perseguire un risparmio di costi - sottolinea Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena - visto che già alcuni anni condividiamo i servizi amministrativi, tecnici e direzionali. Ora si tratta di fare un ulteriore passo in avanti per condividere altri fattori, a partire dalle strategie di comunicazione e dai progetti di promozione internazionale”.
“I singoli campanilismi territoriali che hanno segnato la storia del passato devono essere messi da parte per lasciar spazio ed un’unione di intenti che consentirà a tutte le denominazioni del Lambrusco di trarne grande beneficio”, aggiunge Davide Frascari, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa, mentre per Ivan Bortot, presidente del Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc, si tratta di “un’operazione che guarda al futuro, a quando parleremo tutti l’unica lingua del Lambrusco”.
Il prossimo step vedrà i singoli produttori dei Consorzi riunirsi entro due mesi nelle assemblee al fine di esprimere il loro parere. A settembre i consociati saranno convocati all’interno di un’assemblea plenaria che dovrà definitivamente votare l’intera operazione. Se da una parte rimarrà l’assoluta indipendenza decisionale delle singole denominazioni rappresentate dal nuovo Consorzio, dall’altro ci sarà una stretta collaborazione con il Consorzio Tutela Emilia, associazione interprofessionale che tutela e valorizza l’Igp “dell’Emilia”.

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