L’Amiata sta credendo nelle sue possibilità meravigliose, tra altitudini, microclimi, esposizioni e territori inesplorati. Intorno alla montagna, che parte da 1.738 metri d’altezza, si contano paesi come Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano (borgo già recentemente protagonista di importanti investimenti come quello della nota imprenditrice del vino, Elisabetta Gnudi Angelini e della storica cantina Eredi Fuligni, entrambi dalla vicina Montalcino, di cui abbiamo parlato qui), che guardano anche al Monte Labbro (1.193 metri) e alla sua riserva naturale, in un territorio che poi scende dolcemente verso il mare passando per Cinigiano, Civitella, Paganico e Campagnatico. E così, per valorizzare e tutelare una zona dalle radicate tradizioni agricole, promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile sia a livello ambientale che socioeconomico, è stato istituito il nuovo Distretto Biologico di Montecucco, il decimo in Toscana, che va a rafforzare ancora una volta il ruolo della regione come leader nazionale del biologico.
Otto le aziende agricole che hanno contribuito alla creazione del biodistretto e che attualmente ne fanno parte: ColleMassari, Salustri, L’Impostino, Franci, Podere dei Fiori, La Pollinosa, Le Colline Amiatine e Podere Ciuffoni. Tutte realtà impegnate nel biologico e che con i loro prodotti - dal vino all’olio, passando per miele e farine, oltre alle produzioni animali - incarnano le eccellenze che caratterizzano il Montecucco. Un gruppo che si accinge a crescere in termini di partecipazioni, con numerose aziende agricole che a pochi mesi dall’annuncio del progetto hanno già presentato domanda di adesione. Sarà però necessario rispettare un requisito fondamentale: almeno il 30% della produzione deve essere certificata biologica.
“Questo traguardo è un momento di grande importanza per il nostro territorio - ha dichiarato Francesco Saverio Benedetti, neopresidente del Distretto e chief financial officer di ColleMassari - è il risultato di uno sforzo collettivo che ha visto aziende, istituzioni e comunità lavorare insieme. Adesso ci impegniamo per costruire un futuro sostenibile e inclusivo, che metta in luce le potenzialità delle nostre comunità. Un progetto che permette sia di proteggere il nostro patrimonio naturale e agricolo che di offrire nuove opportunità economiche e sociali ai cittadini e alle aziende”. Presente alla cerimonia di istituzione del Distretto (che si è tenuta il 15 novembre al Forum Fondazione Bertarelli a Poggi del Sasso, nel Grossetano) - oltre a Benedetti e ai sindaci di Cinigiano, Civitella Paganico, Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Roccalbegna e Campagnatico - anche la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana, Stefania Saccardi: “i biodistretti sono oggi fondamentali per porre una sempre maggiore attenzione non solo verso l’agricoltura e la tutela delle produzioni, ma anche ai caratteri di identità territoriale e paesaggistici dei luoghi, ai criteri della sostenibilità ambientale e di conservazione del suolo agricolo e verso la tutela dell’agrobiodiversità, oggi fortemente minacciata dai cambiamenti climatici - ha detto - Comuni e amministratori adesso hanno un ruolo fondamentale per dare vita ad un cambiamento della mentalità verso un modello sempre più sostenibile. È infatti sulla società e sulla qualità della vita che si riflettono gli impatti ambientali ed economici, positivi e negativi, delle scelte effettuate a livello territoriale, sulle produzioni di base e lungo la filiera agroalimentare, in termini di sicurezza alimentare, occupazione, salute, equità e inclusione sociale”.
Il Distretto Biologico di Montecucco nasce con il sostegno proprio della Regione Toscana, ma anche del Distretto Rurale della Toscana del sud, della Cia-Agricoltori Italiani, di Coldiretti e dell’Unione Agricoltori Montecucco. Tra gli obiettivi già fissati - a seconda delle diverse fasi temporali - c’è, nel breve termine, l’impegno a sensibilizzare e supportare ulteriormente i produttori locali già impegnati nel biologico, ampliando il numero di aziende e promuovendo la conoscenza del Distretto attraverso campagne di informazione e comunicazione. Poi, nel medio periodo, si punterà sul consolidamento della rete di cooperazione includendo anche il settore turistico e culturale, per valorizzare l’offerta territoriale e promuovere il Montecucco come destinazione per il turismo sostenibile. Infine, nel lungo periodo, il Distretto dovrà affermarsi come modello di riferimento nell’agricoltura biologica e sostenibile a livello regionale e internazionale.
Tutti i prodotti delle aziende aderenti riporteranno in etichetta il logo del biodistretto per garantire ai consumatori un marchio di qualità e impegno per il territorio, rappresentandone anche visivamente l’identità sostenibile: la parola “Bio” appare in una tonalità di verde chiaro e al centro della “o” è inserito un simbolo che richiama una foglia o un frutto, evocando anche la forma di un’ape, emblema di biodiversità e sostenibilità. La scelta di due tonalità di verde - una chiara, a rappresentare vitalità e crescita, e una scura, che richiama la stabilità e il legame con il territorio - rimanda ai paesaggi tipici del Montecucco, fatti di boschi, campi e vigneti. Più in basso la scritta “Distretto Biologico Montecucco” per ribadire missione e identità del progetto, dando al logo una forte riconoscibilità da associare alla zona. E a beneficiarne sarà anche la Toscana, che si conferma come una delle regioni leader nel biologico, con oltre il 37,5% di superficie utile coltivata bio, rispetto a una media nazionale del 19,8%, e un’incidenza di aziende biologiche del 13,3%, quasi il doppio del dato nazionale del 7,4%. I dati Ismea presentati a ottobre testimoniano il ruolo della Regione come esempio virtuoso, ora ulteriormente rafforzato dal Distretto Biologico del Montecucco, che si distingue per l’elevata percentuale di superficie agricola biologica (che supera attualmente il 56% della Superficie Agricola Utilizzata).
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