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Allegrini 2024

Larepubblica

Un sorso che vale milioni: vini da leggenda nelle Langhe ... Alba, una giornata tra rarissimi Chateau, raffinati champagne e grandi annate di Barolo ... la sfilata di impareggiabili superstar ... Ieri fra Castiglione Falletto e Alba, una grande festa del vino: ... festa grande per l'eccezionalità dell'avvenimento e per l'unicità degli assaggi, festa piccola, purtroppo, perché riservata a pochi giornalisti e come dicono i francesi "grands amateurs". Prima dell'assaggio delle superbottiglie - accompagnate a piatti di notevole caratura preparati da Fulvio Siccardi delle Clivie di Piobesi, Gemma e Alessandra Strocco della Vittoria di Tigliole, Mari Barale del Rododendro di Boves e Ugo Alciati di Guido di Costigliole , si erano svolte quattro miniverticali, cioè degustazioni di tre annate differenti dello stesso vino. Di grande interesse, naturalmente, aveva incominciato Jacques Peters, chef de caves di Veuve Clicquot con il 1995, ricco ma tutto in divenire, 1990 di eccezionale riuscita e freschezza, 1985 sontuoso e maturo. Bruno e Marcello Ceretto hanno quindi proposto il Bricco Rocche 1995, giovane e piuttosto marcato dal legno, il 1990, equilibrato, completo, a metà strada fra vecchio e nuovo stile; il 1985, evoluto, non potentissimo, ma molto gradevole. Pierre Lurton, ha quindi illustrato un imponente 1995 di Cheval Blanc che ha davanti a sé un grande avvenire, un anomalo, affascinante 1990, un classicissimo 1985 che comincia a lasciar intravedere il meglio di se stesso. Conclusione trionfale con gli Château d'Yquem 1995, equilibrato profondo più che godibile nella sua giovinezza, 1990 che in questo periodo risulta piuttosto chiuso su se stesso rispetto a quanto prometteva alla sua uscita, 1985 di buona maturità non molto complesso ma piacevole. Tutti descritti con parole tanto appassionate quanto misurate dal conte Alexandre Lur Saluces. Naturalmente non una sfida tra vini profondamente diversi, ma una vera e propria rassegna di superstar delle cantine italiane e francesi … Degustato anche uno Ch âteau d'Yquem 1893, color ambra, profumo conturbante, sapore lungo all'infinito; oppure di quell'inverosimile Cheval Blanc 1928, di indicibile finezza e freschezza ... Ma ancora più difficile trovarle bottiglie del genere: Alexander Lur Saluces, storico patron di Ch âteau d'Yquem, quasi commosso, ha confessato serbarne ancora soltanto una a Yquem, mentre Pierre Lurton, general manager di Cheval Blanc e membro della famiglia che possedeva quel gioiello di Saint Emilion prima dello sbarco di Arnault, con la sua società Lvmh ha fatto shopping di Grand Cru nel Bordolese. E ha confessato che era la prima volta che assaggiava il 1928. Eppure Bruno e Marcello Ceretto, principi di Langa, le hanno trovate e le hanno offerte, accanto ai loro baroli (superbi nella loro classicità il Bricco Rocche Prapò 1989 e il Barolo Serralunga 1971) e agli champagne Grande Dame (millesimati, cioè ciascuno prodotto con uve di una sola annata) ...

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