14 miliardi di tappi all’anno, 495 milioni di euro di fatturato, 25 aziende nel mondo, 4.000 dipendenti: è il colosso Guala Closures Group, un’azienda italiana che, in pochi anni, ha saputo diventare leader mondiale nel settore dei tappi alternativi al sughero, per il vino e non solo. Dal quartier generale di Spinetta Marengo, in Piemonte (l’azienda è stata fondata nel 1954 ad Alessandria dal cavaliere Piergiacomo Guala), l’ad Marco Giovannini e il responsabile Ricerca e Sviluppo Maurizio Mittino raccontano i traguardi raggiunti e le novità: “il mercato più importante resta l’Europa - dicono - con il 56% di tappi e capsule prodotti per il comparto dei whisky e della vodka. Nel vino siamo i primi al mondo per i tappi a vite. Due i mercati principali: Australia e Nuova Zelanda, ma sta crescendo il Sud America. L’Italia è ancora legata al tappo in sughero, ma le nuove generazioni cambieranno il modo di aprire la bottiglia”.
Alla Guala Group (www.gualaclosures.com/it/) è una sfida aperta: la poesia del vecchio tappo in sughero si risolve in un filmato parodia in 3D ribattezzato “Cap Wars”, un “Guerre Stellari” rivisitato in chiave vincola, che viene proiettato in sede. Neanche a dirsi, qui il lieto fine è il cavatappi-Dart Fener che viene sconfitto da un super eroe: il tappo a vite con capsula in alluminio.
“I giovani ingegneri del nostro centro di ricerca ne hanno creato uno nuovo pensato per far ossigenare il vino” spiega Mittino. “Fino al 2005 il comparto vino fatturava zero - ricorda Giovannini - oggi siamo a 2,5 miliardi di tappi e 60 milioni di euro pari al 18% del fatturato complessivo dell’azienda. È un settore destinato a crescere ancora nei prossimi anni”. Alla Guala ci credono anche investendo nella ricerca: “l’1% del fatturato annuo viene reinvestito in progetti di crescita e di sostenibilità” spiegano i due dirigenti. Così nascono le collezioni particolari di tappi con giochi di luce colorati o con effetti di rilievo disegnati con il laser oppure dedicati a eventi come ad esempio l’Expo. S’investe in idee nuove ma soprattutto in tecnologia super moderna. In laboratorio una stampante in 3D ricrea tutti le parti dei macchinari in modo che per sostituire un pezzo l’azienda sia autosufficiente.
“Questo è il futuro - dice Mittino - ognuno di noi, domani, avrà in casa una stampante 3D per ricreare pezzi da sostituire a elettrodomestici o altro. Alla Guala precorriamo un poco i tempi”. Scommesse che ripagano: “nei primi mesi del 2015 siamo cresciuti del 10% - anticipa l’amministratore delegato - continuiamo a crederci e a investire sui giovani, sulla tecnologia, sugli usi del tappo che cambieranno”.
Fiammetta Mussio
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