La storia dell’impresa in Italia è spesso storia di famiglia, ed in molti casi, “profuma” di vino. Lo testimonia anche la recente classifica de “Le 100 famiglie imprenditoriali italiane” realizzata dalla celebre testata economica “Forbes”, che ha messo in fila “le 100 famiglie imprenditoriali”, che con il proprio lavoro e investendo i risparmi accumulati hanno costruito le loro fortune, ma anche quelle di tante altre famiglie, dando occupazione, ricchezza, benessere, pur con le contraddizioni geografiche che sono tipiche della storia italiana”. E così, se al primo posto assoluto non poteva che esserci la famiglia Agnelli, e al secondo c’è la famiglia Amadori, alla guida della omonima azienda alimentare, sul podio il primo grande nome del vino italiano, quello della famiglia Antinori, realtà fiorentina che ha fatto la storia del vino italiano, con oltre 600 anni di attività alle spalle, e l’impulso decisivo per la crescita dato, nell’ultimo mezzo secolo, da Piero Antinori, affiancato dalle figlie Albiera, che oggi presiede il gruppo, Allegra e Alessia. Ai piedi del podio c’è la famiglia Angelini, alla guida dell’omonimo gruppo Farmaceutico, ma anche della Bertani Domains, uno dei gruppi più prestigiosi dell’enologia del Belpaese.
Scorrendo una classifica legata non solo al vino ma anche al cibo made in Italy, con nomi come Bagnoli (Sammontana), Balocco, Barilla e Bauli nella “top 10”, al n. 11 c’è anche la famiglia Benetton, associata soprattutto alla moda, ma non solo, tanto che 21invest, la società di investimento guidata da Alessandro Benetton, è socia al 36% di uno dei gruppi leader del vino italiano, Zonin1821.BR>
Ancora, al n. 38 c’è la famiglia Ferragamo, la cui fortuna è legata soprattutto alla moda, che ha investito anche nel mondo di bacco con la Tenuta il Borro, nell’aretino, e con Castiglion del Bosco, a Montalcino, mentre al n. 42 c’è un altro pezzo di storia plurisecolare del vino italiano, legato alla famiglia Frescobaldi, altra realtà di riferimento della produzione enoica del Belpaese, guidata oggi da Lamberto Frescobaldi, davanti ad un’altra famiglia che è nel mito enoico tricolore, ovvero Gaja, marchio di punta delle Langhe e dell’Italia enoica, che vede in Angelo Gaja il suo punto di riferimento, seguito dalle figlie Gaia e Rossana e dal figlio Giovanni.
Posizione n. 51, invece, per la famiglia Illy, leader del caffè, ma protagonista anche nel vino, con la cantina Mastrojanni, in pochi anni divenuta uno dei punti di riferimento della qualità del Brunello di Montalcino.
Al n. 56 c’è la famiglia Lunelli, che vede oggi al vertice Matteo Lunelli, la cui storia è intrecciata a doppio filo con la spumantistica italiana, con le Cantine Ferrari, marchio icona del Trentodoc, e delle bollicine italiane (ma con tenute anche in Umbria e Toscana, ndr), mentre al n. 62 c’è la famiglia Marzotto, anche in questo caso, legata soprattutto al mondo della moda, ma decisamente protagonista anche nel vino, con il gruppo Santa Margherita, una delle più importanti realtà del vino d’Italia, con cantine in diverse regioni ed in molti dei più importanti territori enoici del Belpaese. Mentre legata inscindibilmente alla Campania e all’Irpinia è la saga della famiglia Mastroberardino, guidata da Piero Mastroberardino, leader della viticoltura del territorio, al n. 63.
Al n. 67 c’è la famiglia Moratti, la cui fortuna si deve soprattutto al petrolio, con la Saras, ma che nel vino guida Castello di Cigognola, nell’Oltrepò Pavese.
Mentre al n. 68 c’è la famiglia Moretti, guida di un impero basato sull’edilizia, avventura imprenditoriale iniziata da Vittorio Moretti, che negli anni è cresciuta anche grazie al vino (oggi con la guida di Francesca Moretti), con il gruppo Terra Moretti, che ha investito tanto nel vino (oltre che nell’hotellerie e nella ristorazione di altissimo livello), partendo dalla Franciacorta, ed oggi è uno dei brand più importanti del panorama enoico italiano, con tenute di primo piano anche in Toscana e Sardegna.
Al n. 77 c’è la famiglia Polegato, in classifica soprattutto per il gruppo Geox, ma attivissima anche nel vino, con Villa Sandi, guidata da Giancarlo Moretti Polegato, tra i marchi simbolo del Prosecco, mentre al n. 80 c’è una famiglia che rappresenta la storia del Chianti, ovvero la famiglia Ricasoli, oggi, con Francesco Ricasoli, alla guida di quel Castello di Brolio dove il Barone Bettino Ricasoli, nell’Ottocento, mise a punto la prima “formula” del celebre vino toscano. Posizione n. 91, invece, per Tasca d’Almerita, una delle grandi famiglie del vino siciliano, tra le prime artefici del rinascimento enologico dell’Isola, oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, mentre al 98 c’è la famiglia Ziliani, che con Berlucchi e con l’inventiva di Franco Ziliani hanno fatto scoccare la scintilla di quel fenomeno di gran successo che è oggi la Franciacorta.
Tanti nomi legati al vino, dunque, nella storia dell’impresa “di famiglia” italiana, in una classifica dove, come detto, c’è tanto del food e del beverage del made in Italy, dove figurano nomi, o meglio cognomi, come Branca e Colussi, Cremonini e De Cecco, Ercole (Saclà) e Ferrero, Fossati (Star) e Galbusera, Garavoglia (gruppo Campari), Loaker e Mutti, Perfetti (Mentos e Chupa-Chups), Rana e Scotti, Zanetti (Caffè Segafredo) e Lavazza, a Zueg, passando per la famiglia Nonino, alla guida della storica distilleria friulana.
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