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IN SPAGNA

Le bollicine spagnole del Cava brindano ad una vendemmia 2024 promettente in qualità

Javier Pagés, presidente della Do: “i viticoltori hanno lavorato sodo, e sono riusciti a recuperare i vigneti dalla siccità”
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I vigneti da cui nasce il Cava (ph: Do Cava)

La Spagna, uno dei big del vino mondiale, è conosciuta per una produzione variegata che comprende, oltre ai blasonati rossi ed ai bianchi, anche le bollicine della Do Cava, il vino iberico più venduto al mondo. Una denominazione importante (38.000 ettari di vigneti, 6.200 viticoltori e 349 cantine, i cui vini sono presenti in 100 Paesi, con una quota export di oltre il 70%) e dal forte appeal, e che nel 2023 era riuscita a far crescere i propri volumi con ben 252 milioni di bottiglie vendute nel mondo. E una denominazione che adesso si prepara ad affrontare, con fiducia, la prossima vendemmia, come in altre zone della Spagna, e che arriva dopo tre anni segnati da un’intensa e persistente siccità. Ma i vigneti da cui nascono gli spumanti Cava, nel cuore della regione del Penedès, in Catalogna, principale zona di produzione dello spumante spagnolo di qualità, si sono ripresi notevolmente grazie alle attese piogge primaverili tanto che la denominazione si aspetta un’ottima vendemmia in termini qualitativi. Le piogge, infatti, spiega il Consorzio del Cava, hanno mitigato una siccità che aveva spinto al limite la capacità di sopravvivenza di alcune viti e, di conseguenza, viene previsto un raccolto di eccellente qualità. Non a caso il processo di maturazione sta procedendo bene anche se, quest’anno, la vendemmia non partirà così presto, la previsione è che inizierà un po’ più tardi rispetto agli ultimi due anni. I tecnici del Consiglio di Regolamentazione della Do Cava sottolineano che “la vendemmia è lunga e c’è ancora molta strada da fare” ma, tuttavia, hanno notato che “le previsioni per la qualità sono buone”.
A causa dell’andamento climatico più favorevole di quest’anno, sia in termini di temperatura che di precipitazioni, le uve dovrebbero avere una buona acidità e una composizione fenolica adatta alla produzione di vini base Cava con il potenziale per un lungo invecchiamento. Una stagione caratterizzata dai mesi di maggio e giugno “freschi”, con piogge occasionali, e da una primavera e un’estate in cui le temperature, finora, si sono mantenute nella media. Queste caratteristiche climatiche hanno favorito le varie fasi evolutive dei vigneti, da quelle fenologiche di fioritura fino all’invaiatura, che hanno goduto delle condizioni ideali per garantire una vendemmia ottimale in termini di caratteristiche fisico-chimiche delle uve.
I vigneti godono di ottima salute e si respira aria di ottimismo come denotano le parole di Javier Pagés, presidente della Do Cava che ha sottolineato come “i viticoltori hanno lavorato sodo, e sono riusciti a recuperare i vigneti, potandoli con rispetto, e tenendo conto delle esigenze di ogni pianta dopo la siccità ed i successivi periodi di caldo estremo”. Pagés ha aggiunto che, nel complesso, è stata una buona stagione, rimarcando il consolidamento della fascia più alta, quella dei “Guarda Superior Cavas”, ottenuti da vigneti biologici di oltre 10 anni. Per Pagés “il futuro sta nel continuare a concentrarsi sulla qualità e sul valore del marchio Cava”.

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