02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Le cantine italiane sono sempre più “web oriented”: crescono e-commerce, social media e approccio internazionale. Ma la fotografia scattata dall’Osservatorio Vino Digitale di BeSharable su 3.450 aziende è confortante a metà: manca la specializzazione

Italia
Crescono le cantine italiane sul web

Il digitale è ormai imprescindibile per qualunque attività, sia per la pubblicità che per il business, sui mercati nazionali e internazionali. Ma se tanti settori sono all’avanguardia nell’autopromozione sul web, il mondo del vino italiano era rimasto, negli ultimi anni, ancora un po’ scettico. E, invece, qualcosa sta cambiando. A confermare la tendenza in atto, è BeSharable, agenzia specializzata in comunicazione e analisi web, che ha realizzato, per il secondo anno consecutivo, la ricerca “#VinoDigitale: sempre più aziende vinicole italiane investono sul web”, condotta dall’Osservatorio Vino Digitale” (www.osservatoriovinodigitale.com) su 3.450 aziende vitivinicole italiane, per analizzare il modo in cui il settore comunica sul web e utilizza la rete per incrementare il proprio business in Italia e nei mercati esteri. Ma anche se le cantine di dimostrano sempre più “web oriented”, la fotografia scattata è confortante a metà, e, per esempio, se ben il 95% ha il proprio sito internet, spesso non se ne sfrutta appieno il potenziale. Sempre più interesse riscuotono, invece, canali “semplici e immediati” per la condivisione istantanea di aggiornamenti e immagini. Il social media più utilizzato rimane comunque Facebook (78%), seguito da lontano da Twitter (34%) e da Instagram (22%).
L’indagine di BeSharable mostra una situazione che si evolve in ambito marketing e comunicazione, sebbene esistano ancora ampi margini di miglioramento. Il 42% delle imprese, infatti, affida tuttora la promozione aziendale a persone interne non specializzate in comunicazione. Un’inversione di tendenza si registra nel Nord Italia, dove le aziende riservano una voce di budget a consulenti esterni oppure, nel 44% dei casi, creando al proprio interno un ufficio ad hoc. Sempre al Nord, si trova la metà delle aziende (sul dato nazionale del 44%) che vende i propri vini online. L’e-commerce è un trend che cresce inesorabilmente: arriviamo, infatti, al 77% sul totale se consideriamo anche le aziende che hanno intenzione di avviare a breve un canale di vendita online. Il 32% di chi ha investito nell’e-commerce lo fa tramite il proprio sito, mentre il restante 68% si affida a siti specializzati nella vendita di vino online.
“La rivoluzione del #VinoDigitale è ormai in atto - spiega Davide Macchia, ad BeSharable - molte aziende si stanno avvicinando al web consapevoli delle evoluzioni positive che porta nel settore, sia in termini di visibilità sia per l’incremento del business. Tutto sta nell’affidarsi a quelle figure professionali che conoscono il settore e, in generale, le dinamiche del marketing e della comunicazione. È grazie al loro supporto che le aziende possono compiere le scelte strategiche più efficaci. Sebbene le prospettive facciano ben sperare, molte aziende non dispongono tuttora di una strategia di comunicazione né pianificano la propria promozione: lo stesso sito internet, spesso, risulta obsoleto e non rispondenti alle attuali esigenze del mercato”.
“L’analisi condotta ci fornisce uno scenario chiaro su come le aziende vitivinicole italiane si stiano approcciando a web, e-commerce e social media - conclude Antonietta Di Giuseppe, consulente di BeSharable per la ricerca - si registra una suddivisione netta tra il 50% di coloro che non sono intenzionati ad investire in nuovi canali o ad aggiornare quelli già attivi, ed il restante 50% che, invece, manifesta un forte dinamismo. Un numero crescente di aziende dimostra proattività rispetto al digitale non scegliendo più le strade battute da tutti, ma preferendo strategie ad hoc di lungo periodo sviluppate su canali social diversi in base a Paesi e pubblici di riferimento. Non resta che augurarci che anche le istituzioni facciano la propria parte, intervenendo in primis sulla legislazione per il commercio all’estero degli alcolici, uno dei principali ostacoli che abbiamo riscontrato durante lo studio per lo sviluppo del digitale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli