La sostenibilità come metodo produttivo, indicazione etica e opportunità per riposizionarsi sui mercati e rispondere a un consumatore sempre più esigente e attento all’ambiente, alla filiera e alla responsabilità sociale ed economica. Con progetti che sono sempre meno “aziendali”, e diventano sempre più “di territorio”. Come quello messo in campo dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), definito dal suo stesso presidente, Michele Bernetti, “unico caso in Italia come esempio di aggregazione in grado di mettere a sistema 16 denominazioni, e per questo di offrire ai nostri 519 soci, collocati nelle province di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino, opportunità grazie all’attività di tutela, promozione, ricerca scientifica e analisi di mercato”. La sfida della sostenibilità in un territorio come quello marchigiano è forse agevolata, riconosce Bernetti, perché “la superficie vitata convertita a biologico è fra le più alte in Europa”. E il biologico, insieme agli aspetti della sostenibilità, rappresenta oggi una leva di acquisto particolarmente solida, come spiegato da Evita Gandini, senior project manager Nomisma: “quasi 7 consumatori su 10 indicano l’essere sostenibile come caratteristica particolarmente importante nella scelta del cibo in fase di acquisto - afferma Gandini - con una crescita di 5 milioni di persone rispetto alla precedente ricerca condotta nel 2021. Il 57% del campione intervistato mette al primo posto l’aspetto della certificazione biologica.
Una certificazione su più livelli. “Sono proprio i cambiamenti climatici e la possibilità di esplorare nuovi mercati, oltre a una sensibilità ambientale che da sempre caratterizza il territorio, gli aspetti che hanno spinto Imt a valutare un progetto dedicato al vino sostenibile - spiega Sandra Furlan, responsabile ricerca e sviluppo Valoritalia, società incaricata di accompagnare Imt nel percorso di accreditamento - il progetto coinvolgerà le 16 denominazioni tutelate dal consorzio, tutte le aziende agricole e le imprese della filiera allo scopo di adottare un sistema di gestione della sostenibilità aziendale. Inoltre, saranno individuate due denominazioni pilota che serviranno da modello per tutte le altre”.
Gli interventi comprenderanno azioni per promuovere la digitalizzazione delle imprese agricole e vitivinicole, mappe vocazionali, tecniche innovative per contrastare i cambiamenti climatici. E lo standard di certificazione Equalitas sarà adottato come parametro di riferimento, nel quale dovranno rientrare almeno il 60% dei vigneti.
Secondo la ricerca Nomisma, il vino sostenibile è ritenuto più rispettoso dell’ambiente, più sicuro, ma anche più tracciabile, aspetto quest’ultimo sempre più importante per il consumatore. Il 72% degli intervistati preferisce un prodotto che rispetti l’ambiente, con basso impatto ambientale, che sia biologico e salvaguardi la biodiversità. Il 27% del campione percepisce la sostenibilità in chiave socio-economica e cerca un vino che rispetti il patrimonio culturale e paesaggistico di un territorio, ottenuto senza trascurare i diritti dei lavoratori e che garantisca lo sviluppo economico dell’azienda produttrice. Addirittura quasi 8 consumatori su 10 sono disposti a pagare di più per avere vino certificato sostenibile e sono allo stesso tempo interessati a informarsi di più sul significato e le garanzie della certificazione di sostenibilità. “Sostenibile e biologico sono aspetti in testa a tutti i top trend - afferma Gandini - e quasi 9 aziende su 10 sono convinte che saranno aspetti ancora più determinanti nei prossimi due anni”.
Sostegno al progetto dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) è giunto anche dal presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Mirco Carloni: “per noi il vino è il più grande biglietto da visita dell’agricoltura italiana - ha osservato - e questo vale anche in una regione piccola come le Marche, che ha nel particolarismo la sua eccellenza. La realtà marchigiana ha ampi margini di crescita: possono crescere i prezzi dei vini sul mercato interno e deve aumentare l’export, grazie ad una migliore capacità logistica, sulla quale la giunta della Regione Marche Acquaroli si sta impegnando molto per dare nuove prospettive”.
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