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LE PREVISIONI PER IL 2003 ? I VIGNAIOLI SFODERANO OTTIMISMO: UNA "MINI-INCHIESTA" DI WINENEWS PER CAPIRE DOVE STA ANDANDO IL MERCATO DEL VINO

Sondaggi & Tendenze
Lo staff di WineNews: Irene Chiari, Eleonora Ciolfi e Alessandro Regoli

Il mercato del vino continua a tirare, tra i produttori prevale l’ottimismo, e il giro d’affari del 2003 è previsto in aumento. Questi i risultati di un sondaggio di Winenews, uno dei siti più seguiti d’informazione sul vino, che ha sottoposto a un campione di 50 aziende una “mini-inchiesta” allo scopo di stilare un’analisi sull’andamento congiunturale del vino in Italia.

Dopo una vendemmia difficile, la più magra degli ultimi decenni, reduci da un 2002 contrassegnato dalla crisi economica internazionale post-11 settembre e dall’aumento dei prezzi generale dovuti al “caro euro”, i vignaioli non hanno – come tutti, del resto - grandi motivi per cui gioire. Eppure, se da una parte le cattive notizie continuano ad arrivare a getto continuo, dall’aggravamento delle tensioni internazionali all’andamento negativo delle Borse, chi produce vino non sembra lasciarsi influenzare troppo da giornali e tv e, totalmente immerso nella realtà del lavoro quotidiano, preferisce adottare un atteggiamento ottimistico per il futuro. La dimostrazione? L’83% degli intervistati prevede per il 2003 un aumento del fatturato aziendale (per il 27% delle cantine il fatturato rimarrà invariato). Chiamati poi a dare un’indicazione percentuale dell’eventuale aumento di fatturato per il 2003, il 15% delle aziende indica una crescita inferiore al 5%, il 45% immagina una crescita dal 5 al 10%, il 35% prevede una crescita fino al 20%, ed infine il 5% delle aziende prevede un aumento del fatturato oltre il 20%. Circa i motivi per cui il fatturato 2003 è dato in aumento, le principali variabili ipotizzate sono una maggiore domanda estera (secondo il 42% delle aziende) ed una maggiore domanda interna (il 39%). Ma c’è anche chi indica come fattori di affermazione per il 2003 una maggiore facilità di commercializzazione, una crescita qualitativa dei vini prodotti, un rafforzamento della propria immagine, una corretta politica dei prezzi, un’offerta più ampia e differenziata, o una maggiore aggressività commerciale. Secondo le 50 cantine che hanno risposto al sondaggio i canali di vendita che si aggiudicheranno le migliori performance nel 2003 saranno, in primo luogo, commercio specializzato (enoteche e gastronomie) e ristoranti; a seguire la grande distribuzione organizzata ed i bar. Infine, interpellati sulla posizione concorrenziale prevista per il 2003 per la propria azienda (intendendo la quota di mercato, la domanda, il rapporto con i competitors...), oltre la metà (il 57%) ritiene che sarà migliore; resterà, invece, invariata per il 38% delle aziende (solo per il 5% potrebbe essere peggiore).
Ma ai produttori non è stato chiesto solo di consultare la “sfera di cristallo” per fare previsioni sul futuro dell’azienda: il sondaggio di Winenews voleva indagare anche sui risultati dell’anno che si sta chiudendo. Quali sono stati innanzitutto i mercati migliori per le aziende del vino? Il 73% delle cantine interpellate vende i propri vini “in casa”: è il mercato italiano a registrare la migliore performance nel 2001. Solo per il 27% delle aziende i mercati esteri si sono aggiudicati il primo posto in ordine di importanza: per la maggior parte dei produttori (oltre il 70%) la percentuale dell’export si colloca tra il 30 e il 40% del venduto. I Paesi più importanti per l’export, nel 2002, sono stati la Germania (per il 42%), gli Usa (31%) e la Svizzera (22%). A seguire in ordine di importanza Giappone, Inghilterra, Canada, Austria, Danimarca e Svezia. Vediamo poi il fatturato del 2002: nonostante la fase di flessione dell’economia internazionale, il fatturato delle aziende di vino in Italia quest’anno è decisamente aumentato. La crescita media è stata del 10%, con picchi che arrivano fino al 40%. I motivi di questi ottimi risultati del 2002 sul 2001 sono stati, secondo i commenti degli imprenditori, una maggiore domanda estera ed una maggiore domanda interna, ma anche, per qualcuno, un “ritocco” verso l’alto del listino prezzi (e questo spiega i crescenti aumenti del vino, oggetto di un’accesa discussione negli ultimi mesi). Insomma, il vento della crisi non sembra per il momento disturbare il sonno dei produttori: forti dei risultati positivi ottenuti in quest’annata si dichiarano fiduciosi nel futuro e soprattutto nel mercato e nei consumatori. A dispetto di tutte le Cassandre del vino che regolarmente continuano a prevedere disastri.

Bernando Lapini

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