Torino ha la sua Vigna della Regina, Siena la Senarum Vinea, Venezia i Vigneti della Laguna, e Parigi la Clos Montmatre: la cultura delle vigne urbane è stata una vera riscoperta del ventunesimo secolo, con sempre più città italiane (e di tutto il mondo) che dedicano alla viticoltura spazi verdi incastonati nell’architettura della città, per ridare alle antiche tradizioni l’attenzione persa. E il “trend” è tangibile, tanto che alle quattro originarie della Urban Vineyards Association, che ha visto andare in scena nei giorni scorsi a Torino il suo primo convegno, si aggiungono tre nuovi vigneti urbani ad alto valore storico e culturale: quello di Milano, la Vigna di Leonardo, la palermitana Vigna del Gallo, ed i filari di San Francesco della Vigna sulla laguna veneziana. La Uva è stata fondata, da pochi mesi, con l’intento di tutelare il patrimonio storico e culturale che le Vigne Urbane rappresentano, ed i prossimi passi sono ben chiari: l’associazione vuole portare avanti la realizzazione di un circuito delle Vigne Urbane, un percorso internazionale rivolto al turismo culturale di qualità che colleghi i vigneti cittadini d’Europa, unendo i filari del Nord Europa con quelli siciliani e mediterranei.
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