02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
LA NOVITÀ

L’enoturismo, asset strategico per il vino italiano, a Vinitaly Tourism by VeronaFiere

Il 9 aprile, a Vinitaly 2025, focus su un canale già importantissimo, con tante potenzialità per crescere, e da non sprecare, per le cantine italiane
ENOTURISMO, ENOTURISTI, ROBERTA GARIBALDI, VERONAFIERE, VINITALY 2025, VINITALY TOURISM, Italia
Il territorio del Chianti Classico, tra i più amati e visitati dagli enoturisti del mondo

L’enoturismo, in Italia, è un fenomeno già importantissimo per il business delle cantine, e per l’indotto dei territori. Ma ha ancora grandissime potenzialità, che però, senza conoscenze approfondite e strategie mirate, rischiano di andare sprecate. Se ne parlerà a Vinitaly Tourism, nuovo format di Veronafiere che debutterà il 9 aprile a Vinitaly 2025, a Verona. Con la presenza di 64 cantine, 16 buyer tra tour operator, agenzie di viaggio e online travel agency selezionati da Veronafiere, e provenienti da Stati Uniti, Germania, Spagna e Italia, e 174 matching b2b in formato speed date già calendarizzati, conferenze ed una nuova ricerca redatta da Roberta Garibaldi, presidente Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, frutto di una serie di indagini svolte su un campione rappresentativo di 1.500 turisti italiani.
“La crescita dell’enoturismo registrata negli ultimi anni in Italia ci restituisce la fotografia di un patrimonio ancora inespresso nelle sue complessive potenzialità - spiega il dg Veronafiere, Adolfo Rebughini - Vinitaly Tourism intende essere la leva fieristica per lo sviluppo del turismo dei territori del vino e, quindi, delle aziende del nostro Paese. Vinitaly è da sempre il baricentro delle tendenze. L’inserimento di questo nuovo format nel palinsesto dell’evento accelera un piano di programma che, nei prossimi anni, potrà approdare anche nei nostri eventi internazionali”.
Secondo il Report sull’Enoturismo realizzato da Roberta Garibaldi (qui la sua intervista, nei giorni scorsi, con WineNews), che è anche docente all’Università degli Studi di Bergamo e collabora alla regia scientifica del Vinitaly Tourism by Veronafiere, la transizione in atto è evidente: dal semplice “drinking wine”, il consumatore si sta orientando sempre più verso il “living wine”, ovvero il vino non come prodotto di consumo quotidiano, bensì come esperienza da degustare a 360 gradi in un programma enoturistico che vede la cantina come esperienza più memorabile del viaggio e il prodotto-vino come icona dell’enogastronomia italiana. I risultati indicano che l’attenzione verso la visita alle cantine ed ai territori di produzione continua a crescere. In particolare, il numero di turisti italiani che ha visitato i luoghi del vino è passato dal 60% del 2021 al 77% del 2025. E le cantine si confermano negli anni come le “mete” preferite tra i luoghi di produzione: il 40% dei turisti italiani dichiara di aver visitato almeno una cantina nel corso dei viaggi più recenti, contro il 32% del 2024 e il 29% del 2021. Inoltre, tra le icone enogastronomiche italiane, il vino primeggia con il 38,1% delle preferenze, davanti all’olio extra vergine di oliva (24%), alla pizza (22%), alla pasta (15%) e ai formaggi (11%). E la visita alle cantine con degustazione di vini è considerata dai viaggiatori italiani come l’esperienza enogastronomica più memorabile vissuta nel corso dei propri viaggi (26% delle preferenze).
Il potenziale del turismo enogastronomico è alto, dunque, ma il business rischia di essere penalizzato per la presenza di alcune criticità, evidenziate nel Report. Gli intervistati sottolineano la mancanza di informazioni chiare sull’esperienza (orari, costi, contenuti), che è stata rimarcata dal 58% dei visitatori italiani, e dalle limitazioni di orario e di giornate della visita (54%), principalmente dovuta al fatto che molte cantine restano chiuse nei giorni festivi, che sono quelli in cui il pubblico dei wine lovers avrebbe più tempo disponibile da impiegare nella fruizione delle esperienze. Altro fattore critico, particolarmente attuale, è legato al timore dei controlli stradali dopo l’esperienza di visita e degustazione, con il rischio di una sospensione della patente. A indicarlo è più della metà degli intervistati (53%), anche alla luce delle recenti normative più restrittive. Interessante il punto sul prezzo atteso. Il 63% dei turisti italiani dichiara che il prezzo ha limitato la decisione di visitare un’azienda di produzione (tra cui le cantine), e se il 31% è disposto a impegnare una somma compresa tra i 21 e 40 euro per visita, c’è un 36% che non intende pagare oltre i 20 euro. Ma anche un terzo che si dichiara disponibile ad un esborso superiore.
“I dati evidenziano chiaramente l’importanza di strutturare azioni di sistema mirate per valorizzare il turismo enogastronomico e le aree rurali, riconoscendo nelle aziende agricole il fulcro strategico per lo sviluppo sostenibile dei territori. Occorre affrontare con determinazione il nodo dei trasporti, investire nella formazione e incentivare le risorse umane, affinché gli operatori possano migliorare la propria offerta e attrarre flussi turistici durante tutto l’anno”, commenta ancora Roberta Garibaldi.
Per quanto riguarda le mete del vino più apprezzate dai wine lovers italiani e internazionali, secondo l’analisi delle tracce digitali condotta in collaborazione con Data Appeal, Langhe/Barolo, Chianti e Montalcino hanno ottenuto il più alto gradimento, tutte con un “rating” superiore a 90 punti su 100, e in crescita dal 2023. Invece, tra le destinazioni turistiche più desiderate e caratterizzate dalla presenza di produzioni vitivinicole, i turisti italiani vorrebbero visitare le Cinque Terre (20,1% di preferenze) ed il Salento (19,9%), i tedeschi sono più orientati verso il Chianti (38%) e il territorio di Montepulciano (27%), gli inglesi verso l’Etna (33%) e il Chianti (30%), così come gli americani che, però, sono indicano prima il Chianti (41%) e a seguire l’Etna (32%).
E più in generale, i numeri dell’enoturismo 2024 sono decisamente interessanti, spiega Garibaldi
. “Se andiamo a vedere gli italiani, quelli interessati a visitare cantine e luoghi di produzione sono passati dal 70% al 77%, quelli che hanno fatto almeno una vista in cantina sono cresciuti dal 32% di tre anni fa al 40% di oggi. Il vino è il prodotto enogastronomico che meglio rappresenta l’Italia, così come tra le esperienze enogastronomiche la visita in cantina è quella più indicata. Abbiamo registrato 62 milioni di presenze, di cui 34 dall’estero, nelle destinazioni enoturistiche italiane”.
Argomenti di scena a Vinitaly Tourism, il 9 aprile, in un calendario di appuntamenti tematici sul futuro dell’enoturismo, tra sfide e opportunità, organizzato con il coordinamento scientifico della stessa Garibaldi e il supporto tecnico di Winedering. Ad aprire i lavori, il convegno di approfondimento su “L’enoturismo non è (solo) una degustazione: come costruire un business vero” a cura di Winedering (dalle ore 10). A seguire i focus coordinati da Roberta Garibaldi: “Enoturismo in Italia: dati, trend e opportunità”, “Strategie sinergiche per la valorizzazione delle denominazioni e del territorio” e “Innovazione e sostenibilità nell’hospitality vinicola: il ruolo chiave dell’hospitality manager”. Mentre il Movimento Turismo del Vino, da cui tutto è nato oltre 30 anni fa, con la presidente Violante Gardini Cinelli Colombini (figlia di Donatella Cinelli Colombini, che questo segmento del turismo del vino l’ha inventato dal nulla in Italia, insieme alla professoressa Magda Antonioli Corigliano, docente all’Università Bocconi di Milano, ndr), chiuderà il Vinitaly Tourism, puntando i riflettori su “Turismo del vino: differenze regionali, nuove sfide e opportunità”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli