02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

L’espresso

Seduzione da bere ... Ieri vini robusti e concentrati. Oggi con meno struttura e più slancio. Effetto del clima. E di consumatori in cerca di tradizione e rarità... Freschi, maturi nel carattere e perciò gioiosamente allegri. Schivi semmai, restii a mostrare i muscoli a tutti i costi. E raffinati, con un’anima di frutta meno dolce e una struttura più leggera ma non più fragile. Finalmente si parla di vini. Dopo un anno di polemiche, di regole tecniche e disciplinari alla ribalta, torna il tempo dei vini da bere: vini buoni, in molti casi persino smaglianti. E di annate che si stagliano già come di gran classe: il 2004 per il Barolo, per esempio; il 2005 per certi Barbaresco di torte intensità. È la guida “I Vini d’Italia 2009” de L’espresso, giunta all’ottava edizione, ad aggiornare la fotografia dell’italian style vinicolo: con più di 20 mila vini assaggiati, oltre 10 mila selezionati per la pubblicazione, 2.300 aziende schedate e stelle attribuite a 326 produttori, la più dettagliata istantanea delle novità in arrivo, delle conferme, delle regioni che salgono e che scendono nei risultati e nelle eccellenze. E delle tendenze in circolazione. Come l’inversione nello stile dei nostri vini. “Dopo anni di netta prevalenza del modello di vino molto concentrato, ottenuto da varietà internazionali, si sta passando a uno stile più leggero. Minore struttura, meno legno nuovo, più freschezza, più facilità di beva, più slancio, spiega Fabio Rizzari, curatore, con Ernesto Gentili, della Guida: “Questo non e un passaggio indolore: mentre un’industriale che fabbrica maglioni può cambiare colori e forme nel giro di pochi mesi per adeguarsi alle richieste della moda, un vignaiolo deve fare i conti con i ritmi lenti della terra. Se e onesto, deve cambiare strategia gradualmente, nel corso degli anni”. Si riorganizza, dunque, il mondo della produzione, anche perché c’è un pubblico sempre più vasto da soddisfare. Consumatori consapevoli e appassionati. Spesso alla ricerca di tradizione e rarità.” “II risultato è un fiorire, di qua e di là in modo abbastanza scomposto e velleitario, del vitigno autoctono, dell’uva locale o localissima, della quale sopravvivono solo quattro filari”, aggiunge Rizzari: “Da Nord a Sud è tutta una riscoperta di ‘salcaramina buccellata’, ‘rubeschino a foglia quadrata’, ‘rutilio di Rodi’. Simpatizziamo per questo ritorno alle radici più antiche, ma il nostro compito rimane quello di distinguere il buono dal meno buono, l’onesto dal furbesco, il vino autentico dal vino ‘costruito’. Perciò, se fino a poco tempo fa vino costruito faceva rima con vino moderno, oggi si deve riconoscere che sono vini costruiti anche prodotti che passano per il non plus ultra del rispetto territoriale: come certi bianchi macerati che sembrano ormai fatti con lo stampino. Insomma, la varietà autoctona non è garanzia automatica di buon vino, bisogna vedere caso per caso”. Nell’olimpo dei vini restano i piemontesi, con 66 vini dell’eccellenza (cioè con un punteggio di almeno 18/20), il doppio dell’anno scorso: barbaresco, barolo e barbera, naturalmente. “Ma anche sapidi bianchi di Cavi e nebbioli del nord (che stanno indubbiamente beneficiando del cambiamento climatico in corso) di grande qualità ”, nota Ernesto Gentili: “ Il Nord-est si attesta su posizioni in linea con la sua notevole tradizione: vini Veneti ricchi di tipologie e quindi di proposte al consumatore, vini friulani sempre più originali e meno omologati dalla tecnica, vini del Trentino sempre affidabili”. Ma è dall’Alto Adige, con 19 vini dell’eccellenza, che arrivano le conferme più positive. “Qui lo standard qualitativo e in ulteriore, netta crescita: la percentuale di grandi bottiglie sul totale della produzione è tra le più elevate d’Italia”, aggiunge Gentili. Il Centro del Paese è come sempre dominato dalla produzione toscana, al secondo posto con 25 vini al top. “Annata interlocutoria”, in realtà, secondo la Guida: “ Come il 2003 non ha aiutato le prestazioni dei Brunello, ha suscitato minori entusiasmi una doc importante come quella del Nobile di Montepulciano. Più convincenti i riscontri per il Chianti Classico, e per diversi vini della costa”. E il Sud, grande exploit degli ultimi anni? Retrocede la Campania, che l’anno scorso era entrata nelle classifiche delle eccellenze con 13 vini (quest’anno ne ha sei); la Sicilia, che nell’edizione 2008 si segnalava assai dinamica e in crescita, con 10 vini tra le eccellenze, aggiunge al top solo un vino in più. Per il Sud salta agli occhi la crescita qualitativa dei vini dolci. “Dispiace invece annotare un leggero calo complessivo in al cune denominazioni di grande importanza, in primis Taurasi”, dice la Guida. Un posto a parte occupano gli ‘outsider’, categoria introdotta lo scorso anno e destinata a mettere in luce vini che per la loro tipologia toccano traguardi elevati: moltissime le segnalazioni di nomi che non saranno mai grandissimi, ma che rappresentano un valore sicuro. Né eccessivamente complessi né astutamente ruffiani: bottiglie ottime per chi il vino lo ama davvero.

I vini dell’eccellenza...

Bianchi, 19/20...
Colli Orientali del Friuli Bianco Sacrisassi 2006 Le Due Terre
Langhe Bianco Hérzu 2006 Germano Ettore
Soave Classico Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2006 Gini

Rossi, 20/20
Barbaresco Crichèt Pajé 1999 Roagna
Barolo Riserva Monfortino 2001 Conterno Giacomo

Rossi, 19,5/20
Barbaresco Camp Gros Martinenga 2004 Cisa Asinari

Rossi, 19/20
Barbaresco Gaiun Martinenga 2004 Cisa Asinari
Barbaresco Riserva Asili di Barbaresco 2004 Giacosa Bruno
Barolo 2004 Mascarello Bartolo
Barolo Brunate - Le Coste 2004 Rinaldi Giuseppe
Barolo Ginestra Vigna Casa Mate 2004 Grasso Elio
Barolo Monprivato in Castiglione Falletto 2003 Mascarello Giuseppe e Figlio
Barolo Vigna Arborina 2004 Bovio Gianfranco

I produttori a tre stelle...
Valentini, Abruzzo

Produttori di Terlano, Alto Adige

Giacomo Conterno, Piemonte

Gaja, Piemonte

Bruno Giacosa, Piemonte

Roberto Voerzio, Piemonte

Castello di Ama, Toscana

Isole e Olena, Toscana

Ornellaia, Toscana

Siro Pacenti, Toscana

Poliziano, Toscana

San Guido, Toscana

Romano Dal Forno, Veneto

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su