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L’espresso

Calici pieni di passione ... Pane, acqua e vino, gli elementi-base della dieta mediterranea, in tempi complessi romano agli onori della tavola italiana, in nome della semplicità e della purezza. Anche sulla bevanda alcolica i connazionali non transigono e non rinunciano a etichette di qualità, ma a prezzo equo. I 45-47 litri di vino pro capite, stappati in un anno, vengono centellinati quotidianamente, di preferenza tra le mura domestiche. A delineare l’identikit dell’eno-consumatore di ritorno e intimista, ma più consapevole, contribuiscono alcune ricerche che rappresentano la struttura portante della 43a edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati in calendario dal 2 al 6 aprile a Verona. “Nella ormai consolidata tribù dei wine lover per cui il vino è stile di vita, quest’anno aumentano le quote “rosa” delle appassionate - riferisce Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - la fascia di età di consumo si restringe perchè i giovani si avvicinano al vino sempre più tardi. Ad approvare i prodotti dell’enologia sono soprattutto i quarantenni, che affollano anche i corsi da sommelier”. In calo risulta invece il consumo al ristorante, secondo il Centro Studi Fipe Confcommercio. che a Vinitaly terrà un seminario-indagine sul vino italiano nel canale di wine bar ed enoteche. Più che per la minor capacita di spesa (indicata dal 4,2 per cento degli intervistati dal centro), i brindisi in casa furoreggiano per paura dell’etilometro (60,3) o per salutismo (25). Oltre ai luoghi di consumo stanno cambiando anche quelli d’acquisto, precisa il manager veronese: “La richiesta di canali alternativi porta all’origine, in cantina.
“La richiesta di canali alternativi porta all’origine, in cantina. Si saltano i passaggi intermedi”. Alla ricerca di essenzialità e immediatezza, l’italiano diserta i riti che distraggono dalla degustazione. Secondo Vinitaly, cerimonie-spettacolo e oggettistica da iniziati non riscuotono più il favore del pubblico. La maggioranza degli intenditori infatti, presi in esame dal sondaggio Winenews-Vinitaly, snobbano bottiglie griffate o famose e scelgono il “vino della memoria”, cioè collegato a persone, luoghi o momenti speciali della propria vita. Per il 74 per cento degli italiani, il primo calice non si scorda mai ed è in stretto rapporto con il contesto, che diventa un valore aggiunto. “La tendenza, confermata dai dati della Gdo che verranno presentati al Salone il 3 aprile, è quella delle etichette con un forte legame con il territorio”, continua Mantovani: “Il vino italiano è espressione dell’ambiente, della storia e della cultura della zona di produzione, che costituiscono un richiamo anche per gli stranieri. Non a caso il tema di Vinitaly 2009 è “The world we love”, per essere punto d’incontro di tutti quelli che amano questo mondo del vino”. Tra i più fedeli al territorio si classificano gli appartenenti ad alcune regioni, come Veneto, Toscana, Puglia e Sicilia, che, dall’inchiesta commissionata da Veronafiere a Iri-Infoscan, dimostrano di acquistare in Gdo in prevalenza vini autoctoni Docg, Doc e Igt, mentre liguri e laziali varcano i loro confini enologici ma non quelli nazionali. Nella top ten delle bottiglie a denominazione d’origine più vendute nella grande distribuzione, a parte il tradizionale gradimento per Chianti e Lambrusco, va segnalata la scalata dei bianchi, Vermentino sardo e Müller Thurgau del Triveneto, con la new entry del Prosecco veneto. Nel difficile scenario macroeconomico, i gusti mutanti hanno decretato nel 2008 un calo del vino da tavola confezionato (meno 2,4 per cento), con 575.451.968 litri venduti e un fatturato di 1.369.737.728 euro, e soprattutto del brick (meno 3,6), il cui volume d’acquisto si attesta sui 370.476.224 litri, corrispondenti a 546.601.776 euro. Sempre in Gdo, rimane stabile la performance delle etichette a denominazione d’origine, pari a 204.975.744 litri per 823.135.952 euro, mentre a sorpresa si impenna quella dei vini con prezzo superiore a 5 euro, che si aggiudicano un più 19,2 per cento, equivalente a una spesa di 16.853.755 litri per 159.536.887 euro. Sotto la lente di Iri-Infoscan, il popolo del bicchiere di qualità ha messo sul podio dei vini in ascesa il pugliese Negroamaro (più 43 per cento), seguito da Aglianico campano e Traminer del Trentino.

I Magnifici 10...

Vini in bottiglia a denominazione d’origine col maggior tasso di crescita

Tipologia, Trend

Negroamaro (Puglia), 43,9

Aglianico (Campania), 23,8

Traminer (Trentino), 22,6

Syrah (Sicilia), 18,6

Rosso Toscana (Toscana), 17,2

Falanghina (Campania), 16,4

Pignoletto (Emilia Romagna), 15,0

Primitivo (Puglia), 12,4

Fiano di Avellino (Campania), 11,8

La claissifica considera le tipologie di vino in bottiglia da 0,75 che hanno fatturato almeno 2 milioni di euro oppure venduto 1 milione di litri in Gdo (Iper+Super+Libero servizio piccolo)

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