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L’espresso

Il vino ... Rosso fatale ... Innamorarsi del Pinot nero, il vitigno più capriccioso, esigente e sensibile del pianeta Terra, può essere una maledizione. Ne sa qualcosa Luigi Mancini (www.fattoriamancini.com), che convive con questa “attrazione fatale” ormai da diversi lustri e che al Pinot nero ha dedicato viaggi in tutto il mondo (tra Borgogna, Oregon e Nuova Zelanda), sperimentazioni viticole (anche in collaborazione con l’Università di Milano), ricerche donali e ben tre etichette in purezza. La prima è l’impero, tra le poche vinificazioni in bianco “non frizzanti” degne d’interesse in Italia. La seconda è il Focara, antico toponimo pesarese a picco sull’Adriatico dove si trovano i vigneti della fattoria, caratterizzati da terreni di arenaria calcarea e dal microclima freddo della costa, condizioni ideali per produrre del pinot nero di alta qualità. La terza è il Focara Riserva Rive, di prossima uscita sul mercato. Questi ultimi due “cru” hanno nel 2009 un millesimo assai riuscito, che fonde carattere, finezza e dettagli, testimoniando la qualità del lavoro di uno dei più caparbi e meticolosi interpreti nazionali di questa tipologia. Rispettivamente sui 25 e 33 euro in
enoteca.

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