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L’espresso

Lady food ... La regina calabrese della liquirizia. La casara siciliana e la vigneron sarda che rilancia l’azienda di famiglia. Signore che riscattano la propria terra con il buon cibo. Ecco le loro storie ... Determinata e sorridente, Valentina Argiolas è il volto della riscossa del vino sardo. Laureata in Economia e Commercio, 35 anni, si occupa del marketing e delle esportazioni dell’azienda di famiglia, tra i nomi di maggior prestigio dell’enologia regionale, fondata agli inizi del Novecento nel territorio di Serdiana, vicino a Cagliari, dal nonno paterno Antonio. A cui subentrarono i due figli, Giuseppe e Francesco, padre di Francesca e, appunto, Valentina, La nuova generazione, per certi aspetti, ha già ricevuto il testimone. “Ho Vissuto il passaggio generazionale con grande senso di responsabilità, forse perché sono la primogenita. Ero bambina quando l’azienda passò dalla vendita del vino sfuso alla prima bottiglia a marchio, nel 1989. Ricordo la fatica di mio padre, che tornava a notte fonda dal lavoro e ripartiva all’alba”. dice Argiolas. Non a caso, alla transizione in azienda come opportunità di sviluppo” Valentina dedicò il master post-laurea e oggi, dieci anni dopo, festeggia il ventesimo compleanno della gloria di famiglia, il Turriga di Argiolas. blend di quattro vitigni autoctoni (Cannonau, Carignano, Bovale, Malvasia nera) con un’edizione limitata di 2 mila bottiglie e un cofanetto celebrativo in salsa sarda: etichetta disegnata da Antonio Marras, un cd con musiche di Paolo Fresu e un racconto inedito di Marcello Fois. Se fino a ieri le donne nelle aziende vitivinicole restavano in secondo piano, oggi spesso si trovano a ereditare e gestire i patrimoni di famiglia. E così, l’Associazione nazionale le donne del vino, di cui Valentina Argiolas è una delle 650 iscritte, rispecchia un fenomeno in crescita. Tra imprenditrici, agronome, enologhe e sommelier. il mondo del vino diventa sempre più femminile. Dell’organizzazione fa parte anche Vincenza Alessio, moglie di Nicodemo Librandi, che insieme ai figli è oggi il marchio calabrese di riferimento per qualità complessiva dei vini e radicamento territoriale. Negli oltre duecento ettari di superficie vitata, tra Cirò, Melissa e Vai di Neto, i Librandi conducono da anni una preziosa ricerca sui vitigni locali, tra cui i rossi gaglioppo e magliocco. “Nel 1975 ho sposato Nicodemo, i suoi obiettivi di vitivinicoltore sono diventati fin da subito anche i miei”, dice orgogliosa la signora Vincenza, che riceve gruppi di visitatori ed è responsabile del centro culturale dell’azienda, A Casedda, che organizza mostre, presentazioni di libri, concerti di musica contadina, corsi di cucina e per sommelier. “Oltre al vino c’è la cultura, è questa la filosofia della nostra azienda” conclude: “Facciamo da tramite tra il nostro territorio e il resto del mondo, promuoviamo le nostre tradizioni, cercando di rispettarne l’essenza”.

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