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NUMERI

L’export di vino italiano, nel primo trimestre 2022, chiude a 1,7 miliardi di euro (+18,3%)

Dati Istat, analizzati da Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv): una crescita guidata dagli sparkling, che segnano un +35,6%

Chiude con una crescita tendenziale in valore del 18,3%, a quota 1,7 miliardi di euro complessivi, l’export italiano di vino nel primo trimestre 2022: secondo l’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv), che ha elaborato i dati rilasciati oggi da Istat, l’incremento - in parte ascrivibile al dollaro forte, e soprattutto ai lockdown registrati su scala mondiale nel pari periodo 2021- è trainato da un nuovo record degli spumanti tricolori, che segnano nei primi tre mesi un +35,6%, una crescita più che doppia rispetto ai vini fermi (+14,8%). Sale anche il prezzo medio (+12,2%), in un trimestre in cui anche marzo chiude in positivo, nonostante un leggero rallentamento rispetto ai primi 2 mesi 2022. In rialzo tutti i principali mercati della domanda, fatta eccezione per Germania e Cina, mentre - in marzo - Russia (-30% nel trimestre) e Ucraina fanno segnare crolli rispettivamente del 65% e del 98%.
In questo quadro, è lo sparkling a fare la parte del leone con segni positivi ovunque, a partire dalle sue top-piazze estere: Usa (+18%), Uk (+87%) e Germania (+20%). Ed è, ancora una volta, il Prosecco a trainare il comparto, con un autentico boom su scala planetaria (+40% a valore, +11,7% il prezzo medio) con gli ordini che volanbo in Uk (+93%), Polonia (+85%) e Canada (+76%), e con crescite ben oltre il 30% in aree importanti come Germania, Francia, Belgio, Giappone, Repubblica Ceca e Norvegia.
“I numeri messi a segno dal vino italiano, ma anche da quello francese che chiude a +24%, sono sorprendenti, ancor più se si tiene conto di un 2021 in doppia cifra. È, però, troppo presto - spiega il segretario generale Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti - per capire che direzione prenderà il mercato nei prossimi mesi, con una domanda potenziale sempre più afflitta da una congiuntura negativa e dall’escalation della spirale inflattiva. Se a ciò si aggiunge l’aumento dei costi delle materie prime secche, che per le aziende si traduce in un surplus medio di spesa di oltre il 30%, è importante mantenere cautela ed evitare trionfalismi che potrebbero essere confutati nei prossimi mesi”.


Focus -
Spumantitalia”: il futuro degli sparkling

A confermare la crescita degli sparkling italiani è l’Osservatorio Uiv, nel focus a “Spumantitalia”, sul Lago di Garda: secondo le proiezioni, l’esplosione della domanda post-Covid (+26% nel 2021, 7 bottiglie su 10 destinate all’estero) ha bruciato una tabella di marcia che prevedeva entro il prossimo biennio il superamento della soglia psicologica di 1 miliardo di bottiglie prodotte. A oggi, infatti, il rimbalzo fa prevedere - disponibilità del vetro permettendo - una produzione di 1,1 miliardi di pezzi entro quest’anno, e di 1,25 miliardi a fine 2023. Una progressione, trainata dal Prosecco, resa possibile grazie all’approccio alle bollicine di una domanda sempre più trasversale, “destagionalizzata” rispetto alle occasioni classiche di consumo, e sempre meno legata a modalità di utilizzo esclusive. Una rivoluzione - quella degli spumanti tricolori – focalizzata, come per la moda, il design e l’auto, sullo spostamento dell’attenzione dal prodotto al contesto. Con tutti i benefici e le variabili del caso, a partire dai competitor che saranno sempre di più legati ad altre tipologie di bevande in grande crescita, come gli hard seltzer, i co-fermentati, i ready to drink e i low alcol.

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