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“LIBERA TERRA” DI DON CIOTTI RADDOPPIA ... DOPO “CENTOPASSI”, ULTIMA “CREAZIONE” NATA DALLA CONFISCA DEI BENI MAFIOSI IN SICILIA, ARRIVERA’ ANCHE IL TREBBIANO DAI VIGNETI DI “SANDOKAN”

Da “Sandokan” a Don Ciotti: il “tesoretto” del mafioso Francesco Schiavone, ribattezzato con il nome del celebre personaggio di Salgari, costituito da terreni e vigneti sul litorale laziale, entrerà a far parte della “scuderia” di Libera Terra, associazione che, dal ’95, è portabandiera della legalità in centinaia di ettari di terreno confiscati alla criminalità organizzata, recuperati da stato di completo abbandono a luoghi di produzione di pasta, vino, olio, passata di pomodoro, farina, frutta, ortaggi e legumi.
Dopo Sicilia, Puglia, Calabria, l’esperienza di “Libera Terra” sbarca, quindi, anche nel Lazio e le cooperative “Campo Libero” e “Il Gabbiano” di Latina potranno così raccogliere i frutti dei tenimenti laziali, confiscati al supernoto personaggio della malavita Francesco Schiavone. E così dai vigneti di Casal di Principe nascerà un buon Trebbiano, distribuito sempre da Coop che, come spiega Don Ciotti, sarà “un vino molto semplice, un vino da tavola, ma dall’alto valore sociale ed etico”. “Che bello vedere in tutta Italia dei giovani - commenta ancora Don Ciotti - che hanno trovato futuro, prospettiva, speranza, dignità con il lavoro vero! Il nostro ruolo è quello di far emergere il valore della confisca dei beni mafiosi e della dignità, cioè la vita delle persone”.
“Ci sono, dunque, le condizioni per confiscare tutti i beni dei mafiosi e dei malavitosi e di creare cooperative di lavoro, facendo quindi opera di salvataggio di aziende … perché su 801 aziende confiscate alla mafia, solo 34 sono sopravvissute. Perdiamo per strada troppo lavoro. E’ un vero peccato”.

In particolare - La storia di “Libera Terra”
Tutto parte nel 1995 a Corleone quando Libera, l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti, inizia una raccolta di firme per sollecitare l’approvazione di una legge che preveda l’utilizzo sociale dei beni confiscati ai boss mafiosi. L’iniziativa si estende a tutta l’Italia e le firme raccolte arrivano ad un milione.
Nel 1996 viene finalmente approvata la Legge 109 e da allora centinaia di ettari di terreno confiscati alla criminalità organizzata sono stati recuperati da uno stato di completo abbandono e assegnati a cooperative sociali che li lavorano producendo pasta, vino, olio, passata di pomodoro, farina, frutta, ortaggi e legumi.
La Cooperativa Placido Rizzotto - Libera Terra è stata costituita nel 2001 da un gruppo di giovani siciliani e gestisce attualmente 42 ettari di vigneto (che arrivano anche ad 800 metri di altitudine) progressivamente reimpiantati e presto una moderna cantina in fase di ultimazione.

Un progetto che Don Ciotti ha esteso anche nelle terre confiscate alle altre organizzazioni malavitose, che, purtroppo, impediscono a molte aree del Sud Italia uno sviluppo ed una emancipazione. La bontà di questo tipo di operazione è stata compresa benissimo anche dagli stessi malavitosi che, è storia di questi giorni, hanno devastato la sede della Cooperativa calabra Valle del Marro, situata nella piana di Gioia Tauro e creata dall’associazione Libera di Don Ciotti nei terreni sequestrati alla ‘ndrangheta.

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