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Libero Mercato

Omellaia festeggia i 20 anni e prepara lo sbarco in India, Emirati e Brasile ... Uno speciale logo, da incidere sulle bottiglie da collezione di grande formato, festeggia l’annata 2005 del vino Ornellaia, che ne segna il ventesimo anniversario. Un marchio che, secondo una ricerca realizzata dall’Osservatorio giornalistico internazionale “Nathan il Saggio”, è il più citato dalla stampa estera, primo nella classifica dei brand vinicoli italiani di altagamma. “Ornellaia”, spiega a Libero Mercato l’amministratore delegato di Tenuta dell’Omellaia, Giovanni Geddes Da Filicaja, “è un’azienda direi unica, nel panorama enologico italiano, essendo proiettata al 70% del fatturato, che nel 2007 è stato di 17 milioni di euro, oltre confine”. Le ragioni di questa esterofilia, secondo l’ad, sono da ricercarsi nella storia dei vitigni - 97 ettari, sulla costa Toscana, a pochi passi dal borgo medioevale di Bolgheri -,che ebbe inizio quando, nel 1981, il marchese Antinori selezionò gli appezzamenti dove piantare Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. Oggi queste terre danno vita a prodotti di altissimo livello: oltre al vino “simbolo”, Omellaia, si produce infatti il Masseto, raro e prezioso Cru di Merlot, le Serre Nuove, prodotto soprattutto da vigneti più giovani, e le Volte, una cuvée che assembla i migliori terroir della toscana, abbinando la varietà tipica della toscana con Cabernet e Merlot. Sono questi i vini che vengono esportati, illustra l’ad, “innanzitutto negli Usa, che valgono il 17% del totale, seguiti da Germania, Canada, Svizzera”. “Vengono poi”, continua, “i cosiddetti mercati emergenti, come la Russia, e il Giappone”. E lo sbarco nei paesi esteri avviene spesso con una modalità particolare:
battuti in aste di altissimo livello. “Il nostro vino è tra i pochissimi con un valore d’asta che viene rivalutato notevolmente: un vino battuto all’asta nel 200l ha oggi sestuplicato il valore. Un processo che ci riempie d’orgoglio, perché rende i nostri prodotti un vero e proprio investimento, anche se dobbiamo poi assistere allo sviluppo del mercato grigio: ci capita di trovare le nostre bottiglie su e-bay”. “I piani per il futuro”, conclude Geddes Da Filicaja, “Ci vedranno impegnati a proseguire la nostra politica di trovare nuovi sbocchi, in mercati anche molto contenuti, incrementando la quota proveniente dal resto del mondo, che fino a 3 anni fa era soltanto il 2% e oggi si approssima al 4%. Siamo interessati ai grandi alberghi dell’India - che però presenta ostacoli di tipo fiscale, con un’altissima tassa sul valore - e agli Emirati Arabi. Altro mercato interessante, infine, è il Brasile”.

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