Libero Mercato

Col nome Friulano il Tocai si vende di più: +10% in Germania e Usa ... Nella Regione 1,2 milioni di ettolitri... “L’etichetta Friulano sarà la fortuna del Tocai”. Dario Ermacora, neo presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, non ha dubbi: “Già adesso il Friulano si vende di più. In particolare all’estero, negli Stati Uniti, in Germania. Il trend ad anticipa un +10%”. La sconfitta nella battaglia legale contro il Tokaj ungherese è diventata dunque “la base per ribaltare la storia a nostro favore”. Perché “Friulano”, spiega Ermacora in un’intervista al quotidiano Il Piccolo, “non sarà il miglior nome possibile dal punto di vista del marketing ma è certo quello che più identifica il prodotto al territorio”. Il Tocai - 14% della produzione regionale: 1,2 milioni di ettolitri - si è fatto pubblicità e il Friulano ne ha tratto giovamento: “Il nuovo nome evita la confusione con il vino dolce ungherese e ha appunto un collegamento diretto col territorio. Una novità che fa da traino anche agli altri bianchi locali”.
E non importa se la Corte Costituzionale pochi mesi da ha dichiarato illegittima la legge regionale 24/2007 del Friuli Venezia Giulia, che prevedeva l’uso del nome Tocai friulano per il vino commercializzato in Italia. La norma, impugnata dal governo, stabiliva la possibilità di usare la denominazione “Tocai friulano” in attuazione dell’accordo TRIPs, firmato nell’ambito del Wto a Marrakech nel 1994 e ritenuto “successivo e prevalente” sul territorio italiano a quello del 1993 fra la Cee e l’Ungheria, alla quale è stato riservato l’uso del nome Tokay.
E la crisi? “Colpirà tutti”, dice Ermacora a Il Piccolo. Ma non c’è problema “Sarà paradossale ma da questa crisi possiamo emergere migliori, con una mentalità diversa. Che premierà la qualità”.