Sviluppare conoscenza ed innovazione richiede un grande lavoro, uno sforzo creativo e metodico importante, e anche tante risorse. E, dopo, c’è ancora da lavorare perchè le conoscenze e le innovazioni, tecnologiche e non solo, si trasferiscano dal mondo della ricerca a quello dell’impresa, che talvolta, da sola, può non avere competenze e mezzi tecnici, talaltra è più semplicemente conservatrice. Ragionamento che vale anche per il mondo dell’agricoltura e del vino, che pur essendo settori ad alto tasso di innovazione, nella storia, oggi sono fatti soprattutto da un macrocosmo di piccole e medie imprese per le quali accedere al nuovo ed al cambiamento è spesso difficile. Ed è anche per questo che, a Siena, città che ospita l’“Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti, “manifesto” del 1300 anche sulla visione dell’agricoltura e della viticoltura, è nato il Santa Chiara Lab - Università di Siena, spinoff che ha tra gli obiettivi quello di facilitare il dialogo tra ricerca ed impresa, in ogni settore. E che, di recente, ha lanciato il Siena Food Lab, progetto ideato e promosso dal Santa Chiara Lab - Università di Siena e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena per il trasferimento tecnologico e l’innovazione del comparto agricolo del territorio senese, partendo proprio dal vino, con un bando, la cui scadenza è prorogata al 1 febbraio, aperto alla selezione di 20 aziende vitivinicole della provincia, scrigno di eccellenze enoiche con territori come il Chianti Classico, quello del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, della Vernaccia di San Gimignano e del Chianti, per dirne alcuni.
“In generale, specialmente per le pmi, l’accesso al sistema dell’innovazione non è facile - commenta, a WineNews, Angelo Riccaboni, presidente Santa Chiara Lab - Università di Siena - e vale anche per il mondo del vino che, a volte, è un po’ conservatore. E anche per questo, grazie alla sensibilità della Fondazione Monte dei Paschi, abbiamo creato questa iniziativa, per superare questi limiti che sono tra i maggiori ostacoli allo sviluppo. C’è una parte di trasferimento tecnologico, una parte di formazione, vogliamo andare a superare con modi nuovi alcuni limiti. Quando si parla di innovazione c’è sia un’innovazione tecnologica che un’innovazione organizzativa. E in agricoltura se sul primo aspetto c’è una maggiore apertura, su quello organizzativo c’è più conservatorismo rispetto ad altri settori, ma in generale fare innovazione per le Pmi non è semplice”.
L’iniziativa del Siena Food Lab, in particolare, interamente gratuita, accompagnerà fino a 60 aziende agricole della provincia in un processo di adozione di nuove tecniche colturali e gestionali dell’agricoltura di precisione e di formazione sulle soft skills per gli imprenditori agricoli, partendo proprio con 20 aziende del settore del vino, mentre nelle prossime settimane saranno online i bandi per il reclutamento di 20 aziende del settore olivicolo e 20 del settore cerealicolo.
Le imprese agricole che aderiranno al progetto avranno a disposizione per la durata di 18 mesi un team di esperti che, a partire dalle criticità e dai bisogni delle aziende, forniranno le soluzioni offerte dal mondo dell’innovazione e della ricerca per migliorare i processi produttivi aziendali, capaci di assicurare una produzione di qualità e una maggiore redditività e sostenibilità dell’imprese. Sulla base delle esigenze specifiche delle aziende verranno proposte le soluzioni più idonee alle aspettative e ai bisogni formativi degli imprenditori. In tale ambito, le stesse saranno incentivate ad accogliere giovani del territorio, specializzati nel settore agricolo, per un percorso di crescita professionale della durata di un anno. Il primo partner tecnologico già operativo nel settore vitivinicolo è l’Azienda Agricolus che ha sviluppato una piattaforma cloud per supportare e ottimizzare il lavoro di agricoltori e operatori del mondo agricolo.
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