L’Italia campione d’Europa si risveglia dopo l’esplosione di gioia di ieri sera per strade e piazze, incontenibile, nonostante tutto, dopo l’impresa degli Azzurri a Wembley, contro i padroni di casa inglesi. Una vittoria attesa da 53 anni, e che tutti, nonostante nuove nubi legate alla pandemia si facciano intravedere all’orizzonte, vogliono vedere come una tappa di svolta nella vera ripartenza. Anche per l’economia del made in Italy agroalimentare e non solo. E secondo alcuni, la vittoria della Nazionale guidata dal Roberto Mancini, marchigiano doc e nativo di Jesi, terra di Verdicchio, per l’Italia vale quasi un punto di Pil. Lo 0,7%, per la precisione, pari a 12 miliardi di euro, secondo le stime di alcuni economisti riportate dalla Coldiretti. Secondo cui si tratta dell’effetto positivo del prestigio internazionale che sui mercati significa aumento delle esportazioni made in Italy che, nel primo quadrimestre 2021, hanno già fatto segnare un rimbalzo positivo del +19,8% sullo stesso periodo 2020 sulla base dei dati Istat. Non c’è dubbio che la vittoria in Inghilterra - sottolinea la Coldiretti - è comunque una importante chance sui mercati esteri dove si forma una importante parte del Pil nazionale che, nel 2021, è già stimato in crescita attorno al 5%.
L’impresa della Nazionale, capace di battere l’Inghilterra nel tempio del calcio inglese, Wembley, ribaltando lo svantaggio iniziale, è frutto di un enorme lavoro di squadra, un po’ come accade in una cantina, come raccontava proprio il ct Roberto Mancini, a WineNews, alla fine del 2018, quando il percorso che ci avrebbe portato sul tetto d’Europa stava entrando nel vivo. “Per fare un buon vino ci vuole un grande lavoro di squadra, non basta il singolo, come per qualsiasi obiettivo si voglia raggiungere, e i risultati si vedono, perché il vino italiano secondo me è il migliore al mondo. Non sono un grande intenditore, ma mi piace molto assaggiare, specie a cena, lontani dal lavoro in campo. Io non sono più uno sportivo, e un bicchiere me lo posso concedere, i giocatori invece devono prestare maggiore attenzione a sgarrare. Ho allenato in Inghilterra e Russia, ma come si beve in Italia da nessuna altra parte. Vengo dalle Marche - ricorda il ct Mancini - terra di grandi vini bianchi e rossi straordinari”.
Non va dimenticato, sottolinea la Coldiretti, anche l’impatto positivo sui flussi turistici stranieri con gli arrivi estivi a luglio e agosto già stimati in aumento del 32% sull’anno scorso, anche se su valori di molto inferiori all’anno prima della pandemia, secondo i dati Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche). Una opportunità di crescita sostenuta peraltro dal prestigio internazionale del Paese anche sul piano politico ed istituzionale come dimostra - continua la Coldiretti - l’apprezzata presenza nello stadio di Wembley a Londra del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche del tifo esplicito per gli azzurri del presidente Commissione Ue Ursula von der Leyen.
L’anno successivo all’ultima grande vittoria degli azzurri al campionato mondiale di calcio del 2006 in Germania, l’economia nazionale è cresciuta in modo sostenuto con un aumento record del 4,1% del Pil a valori correnti mentre il numero di disoccupati è diminuito del 10%, secondo l’analisi della Coldiretti che evidenzia peraltro che si tratta di un risultato registrato alla vigilia di una pesante fase di recessione mondiale. Nel 2007 - sottolinea la Coldiretti - si è anche verificato un incremento delle vendite nazionali all’estero del 10% spinto dal successo di immagine dell’Italia che ha avuto un effetto traino anche sui prodotti Made in Italy. Va registrato, peraltro, un aumento di 2,36 milioni di stranieri che sono venuti in Italia in vacanza nell’anno successivo alla memorabile vittoria che significa in termini percentuali un +3,5%.
Focus - La curiosità: un collezionista nel cuore del centrocampo
A raccontare, giorno dopo giorno, lo spogliatoio e le settimane delle Nazionale, oltre alle centinaia di articoli apparsi sui quotidiani, ci ha pensato, dal suo profilo Instagram, Matteo Pessina. Il centrocampista azzurro, in forza all’Atalanta, è un calciatore sui generis: iscritto ad Economia, appassionato di arte e design, vanta interessanti doti di narratore. E, tra le righe dei suoi resoconti, spunta un particolare interessante. La passione smodata di Niccolò Barella, centrocampista dell’Inter e titolare indiscusso della mediana Azzurra, per il vino. Tanto che, come scrive Pessina, dopo la vittoria all’ultimo rigore contro la Spagna, e le paste alla crema offerte da Bernardeschi una volta rientrati a Firenze, il giorno successivo ritrovo con un altro collega di centrocampo, Manuel Locatelli, in camera proprio di Barella, “che è un grande esperto di vini, per degustare un bicchiere di vino e fare qualche chiacchiera tra amici”.
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