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VERSO IL NUOVO RECORD

Lo spettro dazi non ferma l’export agroalimentare made in Italy: +6% nel primo trimestre 2025

L’analisi Coldiretti e Filiera Italia su dati Istat, mentre Trump ha annunciato che invierà lettere a diversi Paesi per comunicare le nuove tariffe
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Lo spettro dazi non ferma l’export agroalimentare made in Italy

Lo spettro dei dazi e le guerre commerciali non fermano l’export agroalimentare made in Italy che nei primi tre mesi 2025 fa registrare un nuovo aumento del 6%, il doppio rispetto al dato generale di tutti i settori. A dirlo è un’analisi Coldiretti e Filiera Italia sulla base dei dati Istat sul primo trimestre 2025, con il cibo italiano che punta a superare il record nelle esportazioni fatto segnare nel 2024, quando è stata raggiunta quota 69,1 miliardi di euro. E mentre il Presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che invierà nei prossimi giorni delle lettere a diversi Paesi per comunicare i nuovi dazi (dopo averli già contemporaneamente minacciati, messi e poi sospesi, ndr), le vendite dell’agroalimentare proprio negli Usa sono salite dell’11%, secondo l’analisi Coldiretti.
“I primi risultati venuti dalle trattative con Cina e Gran Bretagna sembrano comunque andare nella direzione dell’auspicata de-escalation e la speranza è che il dialogo possa prevalere anche tra Ue e Usa - riferisce, in merito ai dazi, l’associazione degli imprenditori agricoli insieme a Filiera Italia - lavorando a una soluzione diplomatica capace di scongiurare una guerra commerciale che avrebbe effetti disastrosi sulle rispettive economie. La domanda mondiale di made in Italy alimentare non solo resiste, ma continua a crescere, con un successo che si fonda su due pilastri fondamentali: qualità e unicità da una parte e il valore sempre più riconosciuto del modello della Dieta Mediterranea dall’altra. Se riusciremo a colmare il gap infrastrutturale e rimuovere i tanti ostacoli commerciali - concludono - sarà possibile portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi di euro nel 2030”.

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