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LO STATO DI SALUTE DELLE AZIENDE GUIDATE DAI GIOVANI? L’ESEMPIO DELLA TOSCANA DEL VINO, IN UN’INDAGINE DI SCENA ALL’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI. RISULTATO? DAL 2005 AL 2009 REDDITIVITA’ IN CALO, COSTI RADDOPPIATI E “PESO” DEL PRODOTTO VINO SEMPRE MINORE

Gli argomenti di discussione nel mondo del vino non mancano, e soprattutto se lo sguardo è rivolto al futuro. Futuro, appunto, che non può che passare dai tanti giovani che oggi sono alla guida delle aziende vitivinicole. Ma, in tempi di crisi, con i consumi in calo e un mercato dai prezzi bassi, come se la passano le nuove generazioni del vino? A dare una risposta è “Il recupero della competitività nelle aziende vitivinicole toscane”, l’indagine promossa dall’Anga-Associazione Nazionale Giovani Agricoltori, Accademia dei Georgofili e Accademia Italiana della Vite e del Vino, presentata oggi all’Accademia dei Georgofili a Firenze, e che tra le tante realtà, ha analizzato lo stato di salute delle aziende a conduzione giovane in Toscana, una delle regioni del vino più importanti d’Italia.

Il risultato? Dal 2005 al 2009, nonostante le risorse pubbliche messe a disposizione tra Pac ed Ocm vino, se i ricavi sono rimasti pressoché invariati, i costi sono raddoppiati: redditività in calo dunque, mentre diminuisce il “peso” della voce vino tra i ricavi a favore di altre attività legate all’azienda, dagli agriturismi alla vendita di altri prodotti come l’olio ed il miele.

L’obiettivo dell’indagine - presentata da Diego Begalli e Davide Gaeta dell’Università degli Studi di Verona e Paola Corsinovi, presidente Anga Firenze - è stato quello di analizzare come le risorse pubbliche, dalle singole Azioni e Misure previste dal Piano di Sviluppo Regionale all’Ocm Vino, siano state allocate tra le imprese condotte da giovani imprenditori agricoli (nel periodo 2005-2009), con età compresa tra i 18 e 40 anni cercando di effettuare una valutazione di impatto sulle performance aziendali e di filiera delle politiche comunitarie e valutare il loro stato di salute.

Le attribuzioni del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale dell’Unione Europea all’Italia sono pari a 8.520.297.883 milioni di euro per il periodo 2007-2013 (10,68% del totale del budget che l’Ue ha a disposizione). Al 15 ottobre 2010 la Regione Toscana ha speso per il finanziamento dell’attuale Psr un totale di 186.616.054,03 milioni di euro (21,30% sul totale a disposizione di 876.140.965,30 milioni di euro). Di questi, il totale del contributo pubblico erogato a 27 aziende vitivinicole - il campione dell’indagine - nel periodo dello studio (2005-2009), suddiviso per Pac e Ocm vino, è pari a 1.041.086,38 milioni di euro, utilizzate per il miglioramento della competitività del settore agricolo, il miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale, per la qualità della vita nelle zone rurali e per la diversificazione dell’economia rurale, che passano attraverso, ad esempio, la formazione professionale, l’insediamento di giovani agricoltori, l’ammodernamento delle aziende agricole, la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti.

In particolare, dall’indagine emerge che le imprese guidate dai giovani investono per un valore pari a 8,07%, la ristrutturazione e riconversione è pari al 8,30% mentre assumono un peso sempre più elevato le misure relative al sostegno del reddito. Nel 2009 il totale dei ricavi delle 27 aziende toscane è stato pari a 1.771.925,97 milioni di euro, grazie alla vendita di uva (24%), di vino (41%) e di olio (13,52%), ma anche per fecce e vinacce (0,08%), vendita di grappa (0,15% ), agriturismo (9,04%) ed altri ricavi, come la vendita di miele e coltivazioni frutticole (12,21%). In particolare, dal 2005 al 2009, i ricavi legati alla vendita di vino sono diminuiti, mentre sono aumentati quelli per la vendita di olio, per gli agriturismi e per altre attività. E se i ricavi rimangono pressoché costanti, la voce determinante è sicuramente rappresentata dall’aumento dei costi: quasi il doppio sul 2005.

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