Vino, birra o superalcolici. Per i francesi fa poca differenza scegliere che cosa bere, più volentieri, infatti, non bevono affatto. O almeno è quanto rivela lo studio annuale dell’“Observatoire français des drogues et des tendances addictives” (Ofdt), che spiega come in Francia sono sempre meno le persone che bevono quotidianamente, mensilmente o occasionalmente. Negli ultimi tre anni, infatti, il consumo quotidiano di alcol oltralpe è diminuito del 13% nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 75 anni. A bere ogni giorno, invece, sarebbe il 7% degli adulti e principalmente gli uomini (indipendentemente dai ritmi di consumo): nel 2023, il 10,4% ha dichiarato di consumare alcol quotidianamente, rispetto alla percentuale del 3,8% rappresentata dalle donne. Quattro francesi su cinque ammettono, inoltre, di bere alcol almeno una volta all’anno: sono l’82,5% del campione e rappresenterebbero, secondo lo studio, un tendenza comunque “più stabile”.
Altro dato rilevante dello studio è quello relativo ai giovani: il 19,4% ha detto di non aver mai consumato alcol in vita sua, una percentuale che in venti anni si è triplicata, e che supporterebbe la tesi che la quantità consumata, così come la frequenza del consumo, in Francia sia in calo. Ed è così anche per le “Api”, ovvero quello che i francesi chiamano Alcolizzazioni Puntuali Importanti (sarebbe bere almeno 5 drink nella stessa occasione, ndr), una pratica più comunemente conosciuta, ormai in tutto il mondo, come il “binge drinking” e quindi bere in maniera eccessiva solo per il gusto di ubriacarsi. Tra il 2017 e il 2022 è stato osservato quindi un calo del 17% tra i giovani che praticano questo fenomeno. Tendenza, quella delle nuove generazioni che non bevono alcol, che trova conferma anche nel vicino Regno Unito, come riportato da WineNews, dove i cocktail “no alcol” vanno sempre per la maggiore dal momento che, soprattutto per la Gen Z, la salute è una preoccupazione fondamentale e il 74% la cita come motivo principale per ridurre o evitare l’alcol. Attitudine peraltro in linea con le recenti raccomandazioni dell’Ocse, pubblicate, nei giorni scorsi, nel rapporto “Affrontare l’impatto del cancro sulla salute, l’economia e la società” nella sezione relativa al consumo dannoso di alcol e su queste pagine approfondite.
Dall’altro lato, però, la fascia d’età più anziana (65-75 anni) presa in considerazione nel rapporto supera tutte le altre a livello di consumo di alcol, qualunque sia la frequenza (annuale, mensile, settimanale), ad eccezione delle Api. E rispecchiando l’andamento dei consumi, anche il vino registra una diminuzione delle quantità messe in vendita (-4,2% tra il 2022 e il 2023) nonostante continui comunque a rappresentare, a livello di prodotto alcolico, la maggioranza delle vendite nel 2023 in Francia. Meno marcato il calo per birre e superalcolici che, sempre a livello di quantità messa in vendita, registrano una flessione rispettivamente del -2,6% e del -3,9%. Ma mentre i francesi bevono meno alcol, aumentano il numero di ricoveri ospedalieri legati alla dipendenza: tra il 2022 e il 2023 questi sono cresciuti del 4,1%.
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