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COLDIRETTI

Lockdown, ha tenuto solo l’alimentare. A crescere di più soprattutto le piccole botteghe

Lo confermano i dati Istat sul commercio ad aprile 2020: +6,1% in valore su base tendenziale per tavola, rispetto ad un crollo del commercio del -26%
ALIMENTARI, Coldiretti, CONSUMI, ISTAT, Non Solo Vino
Lockdown, ha tenuto solo l’alimentare. A crescere di più soprattutto le piccole botteghe

All’inizio è stata la corsa alle scorte. Poi, in fase di lockdown, un buon piatto ed un calice di vino, sono diventati una delle poche consolazioni che ci si poteva concedere, tra la riscoperta, per molti, del cucinare in casa, il boom del food delivery e dell’asporto e così via. Un periodo che, come abbiamo detto spesso, ha fatto rivalutare a molti il senso profondo ed il ruolo fondamentale delle filiere della produzione del cibo e del vino, dal campo al piatto, dalla vigna al bicchiere.
Lo hanno testimoniato tanti dati sulle vendite nella distribuzione organizzata, compresi quelli legati al vino (tra il 23 febbraio ed il 17 maggio i dati Iri parlano di una crescita del valore del 5% per i vini Dop e del 7,3% per gli Igp, ndr), e ora anche quelli Istat di aprile 2020, vissuto interamente in lockdown, con gli acquisti di prodotti alimentari che sono aumentati del 6,1% in valore e del 2,9 ad aprile, si base tendenziale, in controtendenza al crollo generale fatto registrare dal commercio, giù, nel complesso, del -26,3% in valore e del -28,1% in volume. Lo sottolinea la Coldiretti, ribadendo come la crescita, anche per le limitazioni agli spostamenti, sia stata soprattutto per le piccole botteghe alimentari (+11,2%), maggiore rispetto a quella di grande distribuzione (+6,9%) ai discount (+9,3%) fino alle piccole botteghe alimentari che fanno segnare il record dell’11,2%.

Una riscossa di forni, macellerie, alimentari, fruttivendoli e così via, “un aumento pari a quasi il doppio della media per il cibo che - spiega la Coldiretti - è dovuto alla ricerca, nel momento degli acquisti, del rapporto personale di fiducia maggiormente garantito nei piccoli negozi in un momento di grande incertezza ma anche alla necessità di evitare lunghi spostamenti per rispettare le misure di sicurezza imposte e ridurre i rischi. L’approvvigionamento alimentare degli italiani durante il lockdown - continua la Coldiretti - è stato garantito grazie a 3 milioni di lavoratori che nonostante i rischi per la salute hanno continuato a lavorare in piena pandemia in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari e 230.000 punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercato (21.101), discount alimentari (1.716), minimercati (70.081 e altri negozi (13.8000). La filiera agroalimentare Made in Italy dai campi agli scaffali - sottolinea la Coldiretti - ha tenuto nonostante la tendenza all’accaparramento e al verificarsi di pericolose file che hanno provocato una impennata degli acquisti al dettaglio. Un risultato che tuttavia anche a causa di distorsioni e speculazioni non si è trasferito adeguatamente al settore primario dove quasi sei aziende agricole su dieci (57%) che stanno affrontando una situazione di crisi secondo l’analisi Coldiretti/Ixe”.

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