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SALUTE

L’olio evo fa bene, ma quasi il 50% dei consumatori italiani, soprattutto giovani, non lo sa

Il messaggio dell’Istituto Nutrizionale Carapelli e dell’Università di Milano: “è importante promuovere una corretta cultura alimentare”
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L’olio evo fa bene, ma molti non lo sanno: serve più informazione

Nonostante le numerose evidenze scientifiche sugli effetti salutistici dell’olio extravergine di oliva, i consumatori sono poco informati sull’argomento. Oltre il 46% degli italiani non conosce i dettagli relativi ai benefici di questo alimento, tanto che il 35% ne utilizza meno di 2 cucchiai al giorno, quando invece gli esperti consigliano di impiegarne almeno 3-4. La ricerca ha dimostrato che le diete arricchite con olio extravergine di oliva ad alto contenuto di polifenoli, come quella Mediterranea, determinano un profilo metabolico più sano, con un effetto positivo sul peso corporeo e un netto miglioramento del profilo glicemico e quindi una riduzione del rischio di diabete. Si tratta, dunque, di un valido alleato per contrastare l’obesità e le sue gravi complicanze, come il diabete di tipo 2 e le patologie dismetaboliche. Tuttavia, i meccanismi oggetto di studio sono poco noti al pubblico, tanto che il 24% degli italiani non sa cosa siano i polifenoli, percentuale che sale al 50% nei giovani under 25: ecco i punti chiave di un’indagine condotta dall’Istituto Nutrizionale Carapelli - Fondazione Ets, con l’obiettivo di colmare queste lacune, più accentuate nelle fasce d’età più giovani, e di promuovere una corretta cultura alimentare dell’olio extravergine di oliva. La ricerca è stata presentata in occasione della conferenza “Olio d’oliva: quando la scienza è da servire a tavola” presentata a Milano, nei giorni scorsi, per promuovere un incontro tra scienza e informazione, mettendo in luce i miglioramenti e le aree di intervento per una maggiore consapevolezza dei cittadini. Dalla tavola rotonda di studiosi e istituzioni, emerge con forza l’esigenza di una maggiore informazione per i consumatori, attraverso una divulgazione più integrata basata sulla scienza, a partire dall’etichettatura, l’educazione alimentare nelle scuole fino alla formazione dei medici di base.
“I risultati della nostra ricerca, oltre a essere significativi di per sé, costituiranno una base per avviare nuove indagini e giungere a nuove fondamentali scoperte, che potranno certamente espandere le nostre conoscenze sui benefici di un’adesione sempre più diffusa e corretta alla Dieta Mediterranea per la prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento e all’obesità”, ha affermato il responsabile della ricerca, il professor Enzo Nisoli dell’Università degli Studi di Milano. Moderata dalla dottoressa Elisabetta Bernardi, nota divulgatrice scientifica, la tavola rotonda ha evidenziato le tre aree principali per migliorare le conoscenze dei consumatori, ovvero etichettatura, l’educazione alimentare e il ruolo dei medici di base. “Visto che oltre l’80% dei consumatori dichiara di leggere le etichette, sarebbe importante che queste veicolassero informazioni sui benefici salutistici - ha spiegato la professoressa Maria Lisa Clodoveo dell’Università degli Studi di Bari, membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli Fondazione Ets - tuttavia, l’iter di approvazione dei claim salutistici è molto complesso”. “Il gap conoscitivo dei consumatori, in particolare dei giovani, è quindi da colmare anche attraverso l’educazione alimentare - ha detto il dottor Roberto Copparoni, dirigente medico del Ministero della Salute - la salute necessita dell’azione coordinata di diversi attori sociali: istituzioni, università, consumatori, industria e grande distribuzione. In questo contesto l’educazione alimentare rappresenta lo strumento più importante, che consente di rendere coscienti i giovani sui rischi di cattive abitudini alimentari”. Fondamentale, inoltre, il contributo dei medici di famiglia, primi naturali interlocutori della vita quotidiana dei cittadini, come ha ricordato il dottor Claudio Cricelli, presidente Società Italiana di Medicina Generale: “il supporto del medico di famiglia ad un uso corretto dell’olio di oliva costituisce un elemento da sviluppare e perfezionare attraverso un’informazione sistematica, utilizzando il suo ruolo di educatore della salute dei cittadini attraverso la diffusione delle continue evidenze scientifiche che confermano gli effetti positivi dell’olio evo all’interno di una corretta educazione alimentare della popolazione del nostro Paese”. “La mission dell’Istituto Nutrizionale Carapelli Fondazione Ets è promuovere la conoscenza e il consumo di quel prodotto straordinario che è l’olio extravergine d’oliva, valorizzandolo in tutti i suoi aspetti. Per questo il lavoro del Comitato Scientifico, che ringrazio per l’impegno e la professionalità, è così prezioso. Un team interdisciplinare che si dedica costantemente per dare un forte contributo in termini di evidenze scientifiche e fornire elementi a supporto della comunicazione” ha concluso Bruno Seabra, presidente dell’Istituto.

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